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25 Aprile, 2024

Scandalo tariffe Gori: Le più alte d’Italia! Gli utenti pagano il doppio di Napoli e quasi otto volte in più rispetto a Milano!



Finisce oggi in prima pagina su Repubblica lo scandalo delle tariffe d’oro che vessano da anni gli utenti Gori. Calcolando un consumo medio di 192 metri cubi d’acqua in un anno per una famiglia di 3 persone nei 76 Comuni soggetti alla disastrosa gestione Gori la bolletta è di ben 309,19 €, contro i 160,50 € che pagherebbe un cittadino napoletano ad Abc, 149,76 € di un torinese alla Smat, 119,84 € di un romano all’Acea (la stessa società che controlla la Gori), 42,67 € di un milanese alla Metropolitana Milanese.

 




Un salasso ingiustificato che si traduce in un servizio completamente inefficiente, costellato da continui disservizi e da una rete colabrodo con perdite idriche elevatissime, investimenti inesistenti, decine di migliaia di abitazioni ancora sprovviste di allaccio alle fognature, acqua di qualità mediocre che risulta imbevibile, pressione insufficiente che costringe i cittadini ad attrezzarsi con serbatoi e autoclavi con conseguenti ulteriori gravose spese di manutenzione ed energie elettrica.

Intanto, la Corte dei conti annuncia di aver messo ai raggi X la contabilità della Gori, ipotizzando un danno da mezzo miliardo di euro per la gestione di impianti a carico della Regione su cui negli anni sono state caricate centinaia di assunzioni clientelari.

Di seguito la risposta di rettifica della GORI a Repubblica

NOTA DI RETTIFICA

In relazione all’articolo dal titolo “ABC, l’acqua è più cara di Roma – GORI, si paga il doppio di Napoli” pubblicato oggi sulla vostra testata, si richiede di rettificare la notizia, quantomeno fuorviante, in base alla quale la spesa annuale per il servizio di acquedotto nell’area Sarnese Vesuviana sia doppia rispetto a quella di Napoli. Basta una semplice operazione di divisione per rendersi conto che i dettagliati conteggi esposti nell’articolo non tornano.

Se si legge il bilancio 2016 di ABC, l’ultimo disponibile sul sito web della società, si scopre che i ricavi della società per la vendita delle proprie prestazioni (per l’appunto il servizio di acquedotto per la città di Napoli) sono pari a poco più di 100 milioni di euro. Questo importo, diviso per il numero dei residenti di Napoli (meno di un milione), fa poco più di 100 euro all’anno a persona. Un importo ben diverso dai circa 53 euro a persona all’anno suggeriti dall’articolo.

Se si calcola lo stesso importo per GORI (ricavi per le vendite del servizio di acquedotto diviso per il numero di cittadini serviti) si scopre che vale un po’ meno di 100 euro all’anno a persona.

Facendo poi un analogo conto per tutte le gestioni citate, ossia Roma, Torino, Milano, si scopre che – con le dovute differenze dovute specialmente, ma non solo, agli investimenti che vengono sostenuti – si torna sempre a circa 100 euro per abitante per anno. L’unico confronto corretto e significativo tra gestori è quindi quello della spesa media ovvero del costo medio per il cittadino.

Infine, con riferimento all’asserito coinvolgimento di GORI in un’indagine della Corte dei Conti sulle opere idriche della Regione Campania, si chiarisce che la nostra società è del tutto estranea alla gestione di tali impianti e alle circostanze citate dall’articolo. Tanto meno risulta alcuna indagine in corso sulla ‘contabilità di GORI’.

#AcquaBeneComune #NoGori #jatevenne



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