Sconfitta o quanto meno, fortemente ridimensionata la linea politico-elettorale di Matteo Salvini – più di tre milioni di voti meno rispetto alle nazionali del 2018 – , il “cuore di tenebra” della Lega dura e pura del tutto e subito a noi “padani” riappare dietro la maschera imbonitrice e menzognera di una Lega sedicente nazionale.
Non solo la Lega Nord torna di nuovo alla carica per attuare l’autonomia differenziata, meglio conosciuta come “secessione dei ricchi”, ma cerca anche di piazzare i suoi uomini “migliori” sia nella compagine di governo sia nelle cariche istituzionali, proprio per perseguire il suo obiettivo strategico.
Infatti, stando a quanto riportano la stampa e gli altri media, lo scranno della presidenza del Senato dovrebbe andare a Roberto Calderoli, il cui profilo politico-culturale, tanto per usare un’espressione eufemistica, non è del tutto coerente con quanto richiederebbe la seconda carica dello Stato: spirito democratico, equilibrio, moderazione.
Quelle del leghista duro e puro, invece, sono diametralmente opposte: estremismo localistico, anti-unitarismo e razzismo antimeridionale.
Basti ricordare quanto dichiarato dall’aspirante presidente del Senato rispetto a Napoli ed ai napoletani nel 2006.
“Napoli? Una fogna che va bonificata. Infestata da topi, da eliminare con qualsiasi strumento, e non solo fingere di farlo perché magari anche i topi votano…. Qualsiasi trasferimento di risorse a questa città, che rappresenta un insulto del paese intero, sarebbe assurdo e ingiustificato”.