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Riceviamo e pubblichiamo
Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito è ciò che sento di dire in primis.
Una situazione perdurante che trova sempre appigli, “giustificativi”, quando l’evidenza è ben nota ai più… basta ascoltare gli audio!
Si gioca con l’equilibrio delle persone innescando seri problemi di pericolo sociale. Tornare a casa ed essere agitati, in ansia per la preoccupazione di cosa sarai costretto a subire. L’ansia di non poter decidere liberamente se ascoltare o meno musica, l’ansia per la negazione del diritto di studiare magari nelle ore serali serenamente o essere costretti a chiudere porte e finestre e creare internamente rumori ulteriori per “liberarsi” da quelli immessi. Questa è violazione della privacy. Violazione della libertà.
La distanza dall’isola amministrativa ai dintorni è sempre di circa duecento metri. È inaccettabile vedersi obbligati a subire tali immissioni provenienti da una tensostruttura, da cui oltre ai suoni si amplifica con effetto eco ogni rumore, schiamazzo. Adesso il problema si manifesta durante le lezioni; in estate per la balneazione, campo estivo. Cosa dobbiamo fare?
A casa nostra abbiamo tutti i diritti al pieno e libero godimento dei nostri ambienti. È civiltà. È educazione. È norma di buon costume. Ed è impensabile vedersi attori passivi nella trasformazione del proprio domicilio con la costante di musica e schiamazzi. Un pubblico spettacolo costante.
Avremmo piacere a conoscere la posizione del Sindaco e del competente Comune in tale situazione che come ben sanno perdura da troppo oramai. E, invece, a noi ben noto il loro silenzio! Anche avverso atti formali, persino quelli in cui si chiedeva della legittimità dei titoli edilizi.
Secondo un antico detto popolare a pensar male non è peccato!
