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6 Novembre, 2024

Regionalismo differenziato, Meloni decide i contenuti, ma è sotto ricatto della Lega per il premierato



L’art. 2 comma 2 della Legge Calderoli sull’autonomia regionale differenziata assegna al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni la possibilità di potere limitare l’oggetto del negoziato tra Stato e Regioni per le loro richieste di maggiori poteri, funzioni e risorse soltanto ad alcune materie in modo tale da garantire l’unità giuridico-economica del Paese. La nostra “Giorgia”, patriota nazionale erede della fiamma missina, a sua volta erede del fascio mussoliniano, si avvarrà di questo potere, per dire no, ad esempio, alle richieste dei bulimici satrapi lombardo-veneti, Fontana e Zaia, di mettere le loro avide mani su scuola, sanità, ferrovie ed autostrade? Stando all’approvazione delle legge quadro Calderoli votata da tutti i parlamentari di FdI, e stando a quanto da lei dichiarato tramite social, sembrerebbe proprio di no, in quanto, a suo parere, la legge quadro sull’autonomia regionale differenziata garantirebbe l’unità e la perequazione delle due Italie grazie all’introduzione dei Lep. La nostra “Giorgia” nazionale si è guardata bene dal dire che la legge quadro prevede per il finanziamento dei Lep la mostruosa cifra di euro zero (art. 9, comma 1). D’altronde, è sotto ricatto politico del ministro leghista per le Autonomie e gli affari regionali Roberto Calderoli, che ogni volta le ricorda: No Autonomia? No premierato!             



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