Il successo delle raccolta delle firme a favore del referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia regionale diffrenziata, ad oggi, solo on-line sono state raccolte 491.576 firme su 500mila necessarie, ha indotto lo stesso ministro verde-padano-leghista ad una controffensiva estiva in difesa del suo operato. Controffensiva che fa leva sulla delegittimazione del referendum, da lui bollato come “incostituzionale”, sul rilancio tra fine settembre ed inizio ottobre delle trattive con le regioni Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria richiedenti maggiore autonomia per le materie considerate No-Lep, tra cui il commercio internazionale, sulla definione dei primi Lep per le materie per cui sono previsti, ed infine, sulla solita narrazione di un Nord virtuoso e di un Sud sprecone. sprechi da cui attingere le risorse necessarie per finanziare i Lep. Quale sia l’obiettivo strategico di Calderoli è chiaro: spianare la strada all’attuazione del regionalismo differenziato sia tramite una contro-narrazione allo “Spacca-Italia”, sia attraverso un’accellerazione dell’iter istituzionale, in modo tale non solo da mettere pressione sui frondisti presenti all’interno della stessa maggioranza, ma da controbilanciare anche le centinaia di miglia di firme raccolte a favore dell’abrogazione della “secessione dei ricchi” con gli schemi delle pre-intese già pronti ed i primi Lep già definiti prima che la Corte costituzionale si pronunci nel merito della sua legge. C’è da scommetere che ci attendono un autunno e un inverno veramente caldi. Nel frattempo, la controffensiva va contrasta con il prosieguo della campagna referendaria per la raccolta firme a favore dell’abrogazione del regionalismo estrattivo ai danni del Sud, e non solo del Sud.