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25 Aprile, 2024

PNRR: il divario territoriale è storico, ma al Sud soltanto il 40% delle risorse territorializzabili. Il problema cruciale è il vuoto di rappresentanza



Come è noto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede di destinare al Sud il 40% dei circa 191 miliardi di euro territorializzabili, in modo tale da favorirne il processo di convergenza con il resto del Paese.

Ora quello che occorre chiedersi è se tale percentuale è più o meno coerente non solo con i criteri di ripartizione europei, popolazione, Pil inverso e tasso di disoccupazione, ma anche con la rappresentazione del Mezzogiorno proposta nello stesso PNRR.

Ebbene, se per quanto concerne il primo punto, il PNRR prevede di investire al Sud circa 60 miliardi in meno di quanto gli spetterebbero se venissero applicati alla lettera i criteri di suddivisione europei dei fondi del programma Next Generation EU, altrettanto incoerente e contraddittoria è la visione di un Mezzogiorno come area storicamente arretrata del Paese, come questione nazionale ed europea per poi destinarvi soltanto il 40% delle risorse europee.

Dato il riconoscimento del ritardo storico e dei divari di cittadinanza occorrerebbe fare l’esatto opposto ed investire di più in termini di spesa produttiva e sociale al Sud, in modo tale da accendere il secondo motore del Paese in un’ottica euro-mediterranea.

Ma questa, in ultima istanza, è una decisione politica e i 21 milioni di cittadini meridionali scontano anche e soprattutto in questo campo un drammatico divario di rappresentanza rispetto ai cittadini del Centro-Nord, ampiamente rappresentati dal Grande Partito Trasversale del Nord, che raccoglie consensi anche al Sud per poi portare l’acqua al mulino della solita “locomotiva” Nord.

Divario di rappresentanza che di certo non può essere colmato da generici appelli moralistici o dalla pur meritoria opera di persuasione “illuminata” condotta da alcuni centri di ricerca e da studiosi contemporanei, ma che per essere risolto necessita della costruzione di una soggettività politica organizzata meridionale e meridionalista, che, ad oggi, trova nel Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale e nel Movimento dei 500 Sindaci per il Recovery Sud le sue punte più avanzate.



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