L’economia di guerra è funzionale o meno agli interessi del Sud Italia? Assolutamente NO! Coerentemente al nostro dettato costituzionale che “ripudia la guerra” e persegue il raggiungimento dell’uguaglianza formale e sostanziale, il Sud necessita di cospicue politiche di perequazione infrastrutturale e sociale, che ammontano all’incirca a 60miliardi di euro l’anno. Ora, se la priorità dell’Europa e quella conseguente dell’Italia è di spendere sempre più in armi e sempre meno in linee ferroviarie, scuole, ospedali e trasporti locali, si spenderà sempre meno per i diritti disattesi e in alcuni casi azzerati dei 20milioni di cittadini italiani che risiedono nella colonia estrattiva interna Sud. Insomma, l’economia di guerra va nella direzione diametralmente opposta: l’accentuarsi dello storico dualismo Nord-Sud e non il suo definitivo superamento.
Di recente, sul tema è intervenuto via social il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese.
“Col ‘riarmo dell’Europa’ – ha osservato – il Mezzogiorno può dire addio ad ogni definitiva speranza di investimenti in infrastrutture, asili, scuole, ospedali, sostegni contro la povertà assoluta, che in tutta Italia colpisce 5.7 milioni di cittadini a partire dal Sud“.
“Col riarmo – ha proseguito Cuccurese – ogni speranza di un futuro migliore è perduta. I soldi delle tasse, che proprio ieri ISTAT ha certificato cresciute di oltre un punto percentuale al 42,6%, in gran parte saranno spesi per il riarmo. E menomale che il #destracentro garantiva di voler ridurre le tasse. Per curarsi, domani ancora più di oggi, bisognerà rivolgersi ai privati“.
“Con l’emigrazione sanitaria, scolastica, lavorativa – ha incalzato -, aumenteranno solo miseria e disperazione per noi, mentre per pochi oligarchi e piazzisti di armi, ‘divoratori di carne cruda’, i conti in banca. Mentre al Sud, come storia insegna, c’è già chi si svende per una scodella di lenticchie“, per poi concludere, “Le auliche chiacchiere a vuoto, come le maschere a terra dopo il Carnevale, ora se le sta già portando il vento di tempesta“.