11 C
Napoli
23 Aprile, 2024

Palma Campania: non si placa l’incredulita’ per l’omicidio del caro Giuseppe.



Dolore e sgomento non riescono a placarsi nella cittadina.
Un dolore che si percepisce in chi con la testa bassa stamattina guarda le serrande del chiosco chiuse, le tracce di una sera di follia pura che ancora li sono a testimoniare di quanto la crudeltà, l’aberrante comportamento umano sia stato capace di gettare nello sconforto le famiglie Di Francesco e l’ intera comunità.

Stamattina, dopo decenni, nessun sorriso ha scaldato i cuori, nessun caffè accompagnato da consigli ha dato quello spreent e carica che ti faceva apparire anche il lunedì più leggero.

Un silenzio assordante, un turbinio di ricordi che ogni Palmese guardando quella saracinesca abbassata non può non riportare alla mente.

Un dolore che si trasforma in rabbia guardando su’.. a quel balcone da cui un folle premeditava sangue, disperazione e morte.

Rabbia alimentata anche dal tran tran di notizie false che ieri hanno molto ferito gli animi. A Palma Campania tutti sanno la verità e a leggere certi scritti ha suscitato non poche polemiche.

Come già ribadito, da un comunicato emanato dalla locale stazione dell arma dei carabinieri, si è data un idea assolutamente sbagliata dell’accaduto.

Dare l’immagine di una persona esasperata da musica e schiamazzi tanto da “giustificare” tale gesto insano a molti, compresa la famiglia distrutta dal dolore e dalle circostanze degne di un film ma che invece sono pura realtà, a molti non va giù.

Tanti gli appelli, tra social e non solo, affinché la verità venga riportata.

Non ci sono giustificazioni che tengano, l’uomo ha agito per crudeltà e sete di sangue. Spinto da una cattiveria rasente la follia, si perché se si fosse stata reale follia , un folle non sparerebbe a bruciapelo, non scenderebbe giù con una pistola, non sparerebbe colpi prima al caro Giuseppe, per poi ripuntare sugli altri componenti della famiglia, troppa freddezza, troppa lucidità. No inammissibile parlare di follia, troppo comodo!

La verità :
Il bar non ha mai fatto musica,
Un orario di chiusura assolutamente tollerabile, in genere non altre le 20 :30 in settimana e le 23:00 i sabato sera.
Giuseppe e la sua famiglia prodighi e rispettosi del prossimo, il suo chiosco un ambiente rilassante, un po’ vecchio stampo, lontano dalla visione cool del bar, ma dove si trascorre momenti di sana allegria, di chiacchiere tra amici e il tradizionale aperitivo con le bollicine che hanno quel sapore in più dato dall’amicizia.

Niente rumori dunque, se non sporadicamente quelli prodotti dal carnefice senza scrupoli che da tempo non si riservava di scendere e con urla possenti inveire con i titolari e clienti magari per un auto parcheggiata ma di cui lui assolutamente non ne può rivendicare la proprietà.

A tutti noto il fatto che, un decennio fa, l’uomo ha costruito il suo stabile a ridosso del bar forse con la vana speranza che il chioschetto, che paga regolarmente la tassa di concessione, sarebbe stato rimosso.
A costui non è mai andato a genio il fatto che non avesse un ingresso ampio che valorizzasse il suo stabile pecca la presenza del chiosco.

Da notare che il chiosco risale a più di 70 anni fa, tramandato da padre in figlio ed è sempre stato lì, lo stabile del Lombardi ha poco più di 10 anni fa.

Questi i motivi reali che hanno scatenato l’ira tremenda di una persona che molto probabilmente, come gli aneddoti testimoniano, ha da sempre mostrato un indole attaccabrighe e pericolosa.

Infatti, molti tra vicinato e clienti del bar, spesso intimiditi dalle probabili reazioni del uomo preferivano tenersene a distanza.

Lascia ancora sgomento, oltre a tale ribadiamo atrocità, come un 83 enne che abbia più volte mostrato segni di pericolosità, avesse in casa un vero e proprio arsenale, tra cui l’arma usata per fare fuoco sabato sera.

Intanto, la salma di Giuseppe, in attesa dell autopsia disposta dagli inquirenti si trova a Napoli.
In miglioramento le condizioni di Mariarosa Di Francesco (figlia di Giuseppe) raggiunta da 3 proiettili, polpaccio, avambraccio e torace.
Anche il genero Andrea Nappo, ricoverato a Nola, mostra segni di miglioramenti.
Provata e distrutta la signora Mena, ancora incredula e con la mente alle scene di orrore e follia vissuta in quegli attimi interminabili dove ha perso ingiustamente il compagno di una vita, un marito esemplare sempre vicino alla sua sposa, un padre presente ed amorevole con le proprie figlie ma anche con tutte le generazioni di giovani palmesi.

(Ol. Vi).



Potrebbe interessarti anche

Ultimi Articoli