Ordunque, CONFESSO:- si, tra le mie molteplici follie di studio, mi sono interessato anche del Carnevale Palmese, ma sotto l’aspetto storico antico, cioè di come si è evoluto e modificato, di come ha raggiunto il bellissimo spettacolo, unico nel genere, che Palma offre ai Suoi cittadini ed a chi ha l’intelligenza di venire a vederlo.
… Giovanni de Pietro, Palmese, questa mattina da’ il buongiorno così ai suoi concittadini.
Un racconto storico dalle molteplici sfaccettature, interessanti ipotesi e una dedica speciale:
A GIUSEPPE DI FRANCESCO volto del carnevale Palmese e nei cuori di tutti.
Buona lettura
(Ol. Vi)
IL CARNEVALE PALMESE, IPOTESI DI UN FOLLE?
Ordunque, CONFESSO:- si, tra le mie molteplici follie di studio, mi sono interessato anche del Carnevale Palmese, ma sotto l’aspetto storico antico, cioè di come si è evoluto e modificato, di come ha raggiunto il bellissimo spettacolo, unico nel genere, che Palma offre ai Suoi cittadini ed a chi ha l’intelligenza di venire a vederlo.
SIA CHIARO LE MIE SARANNO PAROLE DI IPOTESI, FOLLIE DI UNO STUDIOSO, ANZI DI UN RICERCATORE CHE NULL’ALTRO HA COME FINE DI SCOPRIRE ED AGGIUNGERE TASSELLI A CHI, MOLTO PIU’ BRAVO, HA AFFRONTATO EGREGIAMENTE L’ARGOMENTO.
Cercherò di non essere prolisso e, seppure risultasse questo mio scritto un po’ troppo lungo, lo perdonerete sicuramente, giacchè, Vi fornirà comunque, a prescindere, notizie inedite che potranno aggiungersi ai già ottimi lavori scritti sull’argomento.
CHIARISCO, NON HO LETTO NESSUNO DEI LIBRI CHE PARLANO DEL CARNEVALE PALMESE, QUINDI NON C’è ALCUNA VOLONTà DI CONTRASTO O DI FAVORE CON CHICCHESSIA, SEMPLICE AMORE PER LO STUDIO.
Una cosa però voglio dirla, mi ha invogliato a questo BIAGINO PELUSO e la Moglie Teresa Peluso. Biagino mio amico da sempre che ha scritto e pubblicato sull’argomento specifico.
A qualcuno apparirà una CONTRO-STORIA, sono solo pensieri, prendeteli con benevolenza, grazie
Man mano che scrivo metto alcune immagini e notizie
BUONA LETTURA.
Giovanni.
ROMA – Nerone, festa della Quadriglia…… che era? nel Circo Massimo, una gara tra Cavalieri che correvano ognuno tirato da 4 cavalli.
Nelle città più piccole, il circo massimo non lo avevano, e allora?
Allora la medesima manifestazione di divertimento, si faceva con DUE CAVALLI , la BIGA.Ma alcuni paesi ancora più piccoli, avevano dimensioni ancora minori, allora?La gara quindi era ogni cavaliere un cavallo…. E da qui, i famosi PALIO come quelli di Siena Asti ecc.ecc.
E il Carnevale? Che c’entra con questo? Andiamo avanti…..
Intorno al 1100, non so come compare una festa anomala, dai contenuti e dalle fattezze particolarmente anomali e coinvolge sia la chiesa che il popolo, la FESTA DEI FOLLI.
Wikipedia:- FESTA DEI FOLLI
Storia Di solito la festa si svolgeva in alcune chiese, durante i 3 giorni di Santo Stefano, San Giovanni e il Giorno degli Innocenti (26, 27 e 28 dicembre), un giovane chierico decorato con il titolo di vescovo dei pazzi(Episcopus stultorum), occupava la sede episcopale rivestita con gli ornamenti pontifici con l’eccezione della mitra, che veniva sostituita da una sorta di tallone. Alla fine del servizio, riceveva gli stessi onori del vero prelato, e il suo cappellano doveva pronunciare una benedizione, con la quale chiedere ai ministranti l’epatopatia, un banchetto di perdoni, venti banchetti di mal di denti, e due tigna sotto il mento. Inoltre, i giovani che potevano essere sorpresi a letto il giorno degli Innocenti, il 28 dicembre, ricevevano sulla schiena alcuni schiaffi. In varie città, i canonici, gli ecclesiastici e talvolta i secolari erano, in certi giorni dell’anno, presi al mattino, nel loro letto e in uno stato di completa nudità, guidati tra le strade, nelle chiese sull’altare, dove vevivano annaffiati.. Indecenze dello stesso tipo erano svolte anche dagli ecclesiastici nel giorno degli Innocenti, come camminare per la città ad esporre uomini completamente nudi nei teatri.
Per porre fine a questi disordini, fu proclamata la prima condanna intorno al 1198 su richiesta di Odon de Sully.
Il seguente fu emanato dal Consiglio di Basilea nel 1431, durante il quale ne fu imposto il divieto il 31 dicembre 1519. La festa venne gradualmente bandita dalle autorità religiose e civili (Richelieu).
La festa viene menzionata nel romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, durante la quale Quasimodo viene eletto Papa dei Folli.
Come sempre nella storia umana, la noia è stata sempre una malattia, così gli uomini crearono i problemi, le dispute, le feste, il CARNEVALE e tant’altre manifestazioni che dessero senso alla vita medesima.
Dopo il bando e la scomparsa graduale di tale festa dei folli, si riducono i giorni di sfrenato divertimento popolare….. e riprendono auge le antiche forme di divertimento. Come se dal popolare si tornasse al divertirsi nobiliare.
E il carnevale ebbe la sua rivalutazione necessaria allo sfogo umano.
Il PALIO in particolare che in varie città si teneva in precise occasioni, in alcuni luoghi era momento di festeggiamento carnevalesco, sicchè si prese abitudine in molti luoghi di festeggiare il carnevale con divertimenti i cui soggetti erano cavalieri a cavallo mascherati con il popolo intorno che si divertiva, esultava, tifava, esprimeva assensi e dissensi.
Non vado ad esporre i sensi politici del carnevale, basti dire che, come Nerone utilizzava nel colosseo le grandi feste “addormentanti” il popolo, così il carnevale nella storia antica fu utilizzato ora come valvola di sfogo sociale ed altre per sovvertire convincimenti politici come ad esempio ridicolizzare papi, re ecc.
Così come non Vi parlerò del suo vero significato che sarebbe il passaggio da un anno agrario all’altro come buon auspicio di quello a venire. Il carnevale, difatti contiene in se l’antico rito del passaggio stagionale fondata sulla morte e rinascita della natura. Carnevale coincide con la fine di un mondo e l’inizio di uno nuovo. E in quanto morte e rinascita, momento da salutare con feste, tripudi e disordini d’ogni genere per riprendersi quello spirito primordiale della naturale energia dell’uomo primitivo.
POTREMMO DIRE CHE IL CARNEVALE E’ UNA FESTA AGRARIA.
Poi si passò al mero divertimento pubblico, infine allo spettacolo.
E PALMA? IL CARNEVALE? QUANDO INIZIò? DOVE INIZIò? CHI LO INIZIò? Perché COSì DIVERSO?
Beh non è facile rispondere…. Ma io, IN QUANTO FOLLE, AZZARDO UN RACCONTO.
In questo racconto mi sfreno su alcune piccole considerazioni.
Nella mia vita ho svolto, per alcuni egregiamente, l’attività di dipendente comunale a Palma Campania per un ventennio. Ero dirigente negli ultimi tempi dell’Anagrafe e Stato Civile, ero diverso da tutti e da quelli che mi precederono, non mi limitavo a lavorare, ma analizzavo dati e pensavo tanto.
Così quando trovai strane concomitanze di morte di vari soggetti in linea retta o collaterale familiare, mi domandavo sempre, ci sarà un destino scritto? Esiste il fato, uno scritto dei destini umani? Beh, molte volte si, ne ero convinto.
Così, studiando ad esempio la famiglia Pignatelli dei Marchesi di Lauro, ed è complicato capirne l’albero genealogico, trovo strane concomitanze.
Uno Scipione Pignatelli, colui che acquistò la terra di Lauro sul finire del 1530, da Donna Maria Sanseverino, moglie di don Enrico Orsini di Nola; fece abbellire il suo castello di Lauro con magnifici giardini irrogati da una cisterna d’acqua fatta appositamente costruire; per raggiungere la parte alta del castello fece sistemare una scala di piperno e, probabilmente, morì cadendo malamente da uno dei duecento scalini.
MORTO A SEGUITO DI UNA BANALE CADUTA.
Il secondo marchese di LAURO nel 1581, fu un altro SCIPIONE PIGNATELLI figlio di Camillo e nipote dello Scipione deceduto a seguito della caduta.
Questi, parrebbe aver avuto tra gli altri un figlio di nome MUZIO.
A quell’epoca si festeggiava il carnevale ed era una festa “borghese”, una sorta di palio fatto con cavalieri mascherati.
Nell’anno 1579, nella festa del carnevale del 01/03/1579, NEL MENTRE ERA IN CORSO LA FESTA DI CAVALIERI MASCHERATI, MUZIO PIGNATELLI CADE DA CAVALLO E IL CAVALLO ANDANDOGLI ADDOSSO, LO UCCIDE.
MORTO A SEGUITO DI UNA BANALE CADUTA.
Ora andiamo nel mondo della Fantasia. fino al 1579 che il carnevale veniva festeggiato dai cavalieri con feste mascherate a cavallo, peraltro, non tutti festeggiavano il carnevale nel medesimo giorno fino a che nel 1580 il papa non mise ordine sulla data precisa da festeggiare.
Continuiamo la follia/fantasia, a carnevale 1579, il figlio del Marchese di Lauro, Palma, San Valentino ecc. muore nella festa mascherata dei cavalieri a cui ovviamente il popolo partecipava con grande divertimento.
il carnevale divenne giorno di mestizia e tristezza, in particolare le feste DEI CAVALIERI MASCHERATI.
CI STA O NO CHE IL MARCHESE DA QUEL GIORNO CONSIDERASSE BRUTTO IL GIORNO IN CUI GLI è MORTO UN FIGLIO? CI STA O NO CHE IL MARCHESE ABBIA DA QUEL MOMENTO E PER TUTTO IL TEMPO RESTANTE DELLA SUA VITA, NON ACCETTATO Più DI FESTEGGIARE IL CARNEVALE CON CAVALIERI IN MASCHERA? E QUINDI ORDINATO MAI PIU’ FESTE DI CAVALIERI MASCHERATI?
Io penso di si, ed ecco che già dal 1580, il cavallo esce fuori di scena nella festività del carnevale nei nostri territori, anche se la storia ci racconta che a Palma per lungo tempo ci furono le stalle dei cavalli reali ed il piano era stato adibito non solo per la caccia ai nibbi ed alle aquile, ma anche ad allenare i cavalli per l’utilizzo al quale sarebbero poi occorsi.
Inizia quindi, a modesto parere nei territori del Marchese un carnevale diverso…. Fatto dal popolo e per divertire il popolo nel festeggiamento agrario del passaggio delle stagioni, dalla morte a nuova vita della natura a cui non poteva rinunciare.
E da qui, per la normale voglia di competizione si inseriscono i quartieri, sicchè ognuno dei quartieri di prodiga a dare il meglio e sopraelevarsi agli altri. Così, mentre nel palio ogni cavaliere rappresenta e gareggia in nome e conto di un quartiere, gli altri al medesimo modo fanno….. innescando nel divertimento e nel festeggiamento quella componente meravigliosa che è la competizione…… competizione che, nel caso dei gruppi festeggiativi del territorio del marchese di Lauro, Palma inclusa, portarono a valutare il popolo stesso chi innalzare tra i migliori e chi sfottere tra i peggiori, qui nasce la popolare partecipazione del popolo effettiva al carnevale.
La mia parte di fantasia, sebbene riassunta, Ve l’ho fornita, Voi, metteteci il resto.
Qualche errore o inesattezze, perdonatele.
Dedicato a Giuseppe Di Francesco caro che tanto amava il Suo carnevale.
Grazie a chi ha letto e a chi, sopportata la lettura, interverrà con la consueta educazione
Giovanni De Pietro, follia di domenica 01 dicembre 2019
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