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18 Aprile, 2024

Oriana Fallaci: una Donna,uno “scrittore”,una giornalista ,ci lasciava 15 anni fa’.



Un filo di eyeliner nero, lo smalto rosso sulle unghie e l’insaziabile voglia di raccontare.

15 anni fa, il 15 settembre 2006, moriva Oriana Fallaci “scrittore” ,giornalista e grande amante della vita,una vita da combattente per se, per gli altri e per quegli ideali che non ha mai tradito.

Le sue parole, spesso pungenti, talvolta scomode, il suo carattere schietto e burbero l’hanno resa un personaggio difficile da raccontare. Complessa e sfaccettata come un diamante la sua vita è stata caratterizzata da innumerevoli dolori, ma altrettante gioie e soddisfazioni.

Ha raccontato la guerra, l’amore e la sofferenza: indimenticabile, per chi l’ha letto, il suo “Lettera a un bambino mai nato”, che descrive il dolore dell’aborto o anche la sua visione dell’essere uomo ,dell’essere ognuno parte essenziale del tutto.

Le sue interviste ai grandi della storia (Kissinger, Deng Xiapoing, Khomeini, Pier Paolo Pasolini e molti altri) hanno fatto scuola nel giornalismo per l’intimità che riusciva a creare con l’intervistato e per il commento personale che non era mai assente.

 

Oriana Fallaci  da giovane prese parte alla Resistenza italiana facendo la staffetta per trasportare munizioni da una parte all’altra dell’Arno attraversando il fiume nel punto di secca dal momento che i ponti erano stati distrutti dai tedeschi.

A 17 anni firmò il suo primo articolo per il Mattino dell’Italia centrale.

Il Mattino la licenziò per ragioni politiche, era un quotidiano democristiano e lei era “tutt’altro che democristiana. Ero socialista sebbene non fossi iscritta al partito”.

All’età di ventidue anni passò ad “Epoca”, il giornale diretto dallo zio Bruno Fallaci, ma la collaborazione non fu delle migliori.

Da lì in poi un percorso professionale in ascesa :

L’Europeo le permise di dare una svolta alla sua carriera e scrivere di Roma, dei divi e della grandezza italiana. In quegli anni affinò la sua tecnica per le interviste, che sarà poi il suo marchio di fabbrica, prima docile per andare a creare una connessione e infine brutale e pungente per andare a colpire l’intervistato nei suoi stessi errori, nei punti deboli. Dopo Epoca arrivò Il Giornale (a Milano) per il quale viaggerà spesso negli Stati Uniti e, grazie anche alle conoscenze dell’epoca romana, creò “Hollywood vista dal buco della serratura”, che diventerà il suo primo libro (1958) con il titolo “I sette peccati di Hollywood”.

Fallaci riuscì a conquistarsi il rispetto in un mondo di uomini, scrisse delle donne e della loro condizione nel mondo grazie a L’Europeo che la mandò in Oriente e Medio Oriente (da cui nacquero il reportage “Viaggio intorno alla donna” e il libro “Il sesso inutile” edito da Rizzoli).

Gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta furono raccontati dalla sua penna: la rivolta dei neri a Detroit, l’assassinio di Martin Luther King, la morte di Bob Kennedy e con le sue interviste fa conoscere al mondo intero Ali Bhutto, Haile Selassie, Indira Gandhi, Golda Meir, Reza Pahlavi, Yassir Arafat, Henry Kissinger, re Hussein di Giordania, l’Imam Khomeini, Ariel Sharon, Muammar Gheddafi e Deng Xiaoping e molti altri.

La sua immensa carriera spesso viene messa in secondo piano dalle posizioni, talvolta radicali e molto discusse, prese nell’ultimo periodo della sua vita. Dalla defizione di lobby gay all’attaco contro l’Islam e gli “occidentali per essersi lasciati sopraffare” dopo l’11 settembre (commento leggibile in un articolo diventato poi storico, La rabbia e l’orgoglio).

Una Donna come poche ,emblema  di libertà, di professionalità difficile da individuare oggigiorno  :

“Lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la  Libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.”

…..ad Oriana, esempio di vita !



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