La Riforma della giustizia, targata Marta Cartabia, approderà alla Camera il prossimo 30 luglio per l’avvio della discussione parlamentare. Il Governo, vorrebbe chiudere la pratica entro il mese di agosto ed ha già annunciato che metterà la fiducia al Testo licenziato in Consiglio dei Ministri.
Alla vigilia del convegno “Riformare la Giustizia”, che si terrà domani, 26 luglio, a partire dalle ore 18, presso il Museo Storico Archeologico di Nola, abbiamo chiesto ad uno dei protagonisti dello stesso, l’avvocato Giuseppe Guida, Tesoriere UCPN, qualche precisazione in merito a questo caldo argomento.
Quanto è necessaria la riforma della giustizia, e, soprattutto, siamo ancora in tempo?
“La giustizia è il cuore pulsante di uno stato democratico: più funziona più vive immune dal virus letale degli autoritarismi.
Siamo e saremo sempre in tempo, purché il rinnovamento non determini mai un arretramento nella tutela dei diritti e delle garanzie dell’individuo”.
Quali sono i punti deboli della riforma Cartabia?
” La riforma Cartabia presenta molteplici profili di criticità, tuttavia ha il merito di aver avviato un percorso in controtendenza rispetto alla deriva giustizialista che negli ultimi anni ha prevalso, colpendo al cuore la nostra costituzione ispirata agli illuminati valori liberal-democratici.
Un vomito di slogans di piazza e farlocchi tweet di urlatori improvvisati lontano anni luce dalla nostra secolare cultura giuridica”
La riforma sul processo penale é veramente da bocciare cosi come abbiamo ascoltato in Commissione Giustizia?
“La riforma, in ogni caso, dovrà essere rivista e parlo di quella del processo penale che più conosco, a partire dal giudizio d’appello, laddove, in nome di un obbiettivo efficientista, peraltro ancora sospinto da chiassose componenti parlamentari, intende trasformarlo in giudizio sull’atto e non sull’oggetto ( come invece deve essere)”.
Il nodo della prescrizione
“Il nodo della prescrizione non è affatto un nodo, ma soltanto un truffa delle etichette, brandita come una mannaia dagli stregoni del consenso manettaro. La prescrizione è null’altro che un istituto di civiltà che impedisce ad uno stato, che voglia dirsi democratico, di tenere un cittadino senza tempo nella prigione del suo processo. È una clamorosa balla che in Italia si prescrivono i processi a carico di mafiosi e corrotti, le prescrizioni in questi casi sono trentennali e molto più, Non si comprende dunque come un stato non sia in grado di svolgere il processo in tutto questo tempo , meno ancora perche a fronte di tale lassismo insensato debba essere il cittadino a pagarne le pene, rimanendo imputato a vita, peggio mi sento se dovesse risultare innocente. La verita è che alla gente comune dovrebbe essere spiegato e divulgato il vero, non le fandonie dei megafoni stonati dei media e dei social”.
Amnstia ed indulto
Secondo la Ministra Cartabia, il più grave problema delle carceri è il loro sovraffollamento. Come si può pensare di porre mano a qualsiasi riforma del sistema carcerario senza avere prima ridotto consistentemente il numero delle persone in carcere?
“Amnistia e indulto sono oramai un atto dovuto, richiesto a gran voce anche dalla magistratura: si pensi che l’Italia è il paese con ila previsione del maggior numero di reati ( parliamo di norme) e ciò è dovuto alla incapacità delle forze politiche di creare un valido sistema di crescita civile e culturale, sostituito facilmente dalla minaccia della sanzione. Amnistia e indulto tuttavia devono procedere a braccetto con un programma organico di depenalizzazione
La domanda contiene già la risposta, in ogni caso il sovraffollamento si risolve attraverso un sistema deflattivo coerente, ma soprattutto attraverso la riaffermazione del principio della extrema ratio, troppo spesso dimenticato o se vogliamo disapplicato anche se, sa com’è, se un accusato non lo arresti non fai notizia, salvo poi scoprire a distanza di anni lche è innocente!”