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24 Aprile, 2024

Nodi da sciogliere: le ambiguità e le contraddizioni del M5S sul “colpo di Stato” dei ricchi



Dopo avere partecipato in qualità di relatore alla Giornata di Studi promossa dall’Università degli Studi di Napoli “Federico II” sull’“Autonomia differenziata”, tenutasi ieri mattina presso la Facoltà di Agraria di Portici (NA), in un suo recente post pubblicato sul suo profilo Facebook, il Vicepresidente della Commissione Bicamerale per l’attuazione del Federalismo fiscale, il Senatore Vincenzo Presutto, ha citato le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sullo scottante tema del regionalismo differenziato.

“Oggi, – ha scritto Presutto – in occasione dell’incontro sull’Autonomia differenziata a Portici, ho avuto la possibilità di ribadire quello che penso sul federalismo fiscale. Le stesse identiche vedute ripetute poco fa dal Premier Conte: ‘Stiamo lavorando per attuare il progetto di autonomia differenziata. Intendo assicurare il massimo impulso all’istruttoria in corso e allo scioglimento dei residui nodi politici in modo da trasferire competenze alle regioni senza pregiudicare la coesione sociale e territoriale dell’intera penisola, avendo cura di evitare che possa contribuire ad aggravare il divario tra Nord e Sud’”.

Dunque, l’obiettivo politico di Conte, presentato da Presutto come il suo obiettivo, consiste nell’attuazione del regionalismo differenziato senza che venga messa in discussione la coesione sociale e l’unità nazionale, accelerandone i tempi d’istruttoria.

Tuttavia, sempre nello stesso post, Presutto ha pubblicato anche il video di una sua intervista rilasciata ai giornalisti in cui afferma che: “L’argomento delle autonomie, probabilmente, è il tema numero uno che vede una dialettica accesa tra M5S e Lega Salvini Premier. E’ giusto pure tenere conto che alcune richieste, come è stato evidenziato anche dal Ministro Tria, presentate dalla tre Regioni sono anticostituzionali. Quindi, è doveroso tenere conto anche la necessità di seguire un iter che rispetti la Costituzione. Poi dobbiamo tenere conto che non possiamo assolutamente permetterci di dividere l’Italia tra cittadini di serie a e di serie B. E’ stato detto più volte ed è una prerogativa di qualsiasi organismo politico a rilevanza nazionale di tutelare nel migliore dei modi e il M5S lo farà”.

Dunque, da un lato, citando Conte, fermo restando la dichiarata volontà di salvaguardare la coesione sociale e territoriale, Presutto sembra porre l’accento sulla volontà del M5S di attuare l’autonomia differenziata, dando “il massimo impulso all’istruttoria in corso e allo scioglimento dei residui nodi politici”. Dall’altro, invece, sembra che rimarchi i motivi che non ne consentano l’attuazione. Motivi da lui indicati nell’incostituzionalità delle richieste avanzate dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e nella ferma volontà dei pentastellati di tutelare l’universalismo dei diritti. Elementi che fanno del dossier autonomia differenziata il principale motivo di “dialettica accesa tra M5S e Lega Salvini Premier”.

Ma, se “alcune richieste” presentate dalle tre Regioni sono “anticostituzionali” non si tratta soltanto di “sciogliere i residui nodi politici”, bensì di rivederne il contenuto e l’iter procedurale di attuazione secondo il dettato costituzionale e tutto ciò richiede dei tempi di revisione che mal si conciliano con la scadenza del 21 giugno fissata da Salvini.

Infatti, per non pregiudicare la coesione sociale e territoriale, anzi, all’opposto, per potere perequare, occorre rispettare la Costituzione nello spirito ed alla lettera secondo la seguente procedura, ben scandita dal costituzionalista Massimo Villone: definizione dei livelli essenziali di prestazione, dei fabbisogni standard, dei costi, dei benefici e dei costi per l’erario pubblico, riconoscendo al Parlamento il pieno potere di emendabilità. Il tutto come si concilia con lo stare “lavorando per attuare il progetto di autonomia differenziata”, data la sua “incostituzionalità”?

Qual è la posizione ultima del M5S rispetto al regionalismo differenziato? Di chiusura e rottura o di dialogo e apertura rispetto alle richieste di quella che al Settentrione si chiama ancora Lega Nord per l’Indipendenza della Padania? E quest’ambiguità di accenti, se non vera e propria contraddizione, non riflette, forse, le ambiguità e le contraddizioni che ci sono all’interno dello stesso Movimento tra la sua ala “nordista” e quella “sudista”? Tra l’ala lombarda e veneta, che in sede regionale e nazionale prende posizione a favore dell’attuale richiesta di regionalismo differenziato e pressa i suoi leader governativi affinché venga attuato, e l’ala maggioritaria, radicata elettoralmente nelle regioni meridionali, che, se dovesse essere attuato il “colpo di Stato” dei ricchi, rischierebbe di perdere altri consensi?

Nel frattempo, giù al Sud sono sempre più numerose le forze che si attivano nel tentativo di dare ai propri territori una rappresentanza politica autonoma che ne promuova gli interessi ed i diritti garantiti dalla Costituzione. Interessi e diritti disattesi dalla “perversa applicazione” di un federalismo estrattivo, sperequato, iniquo e discriminatorio, che lede sia la tasca che la dignità dei cittadini meridionali derubricati a meri cittadini di serie B.

04/06/2019 – Salvatore Lucchese



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