Oramai, in piena pandemia i fallimenti del federalismo estrattivo all’italiana sono sotto gli occhi di tutti: frammentazione della catena di governo, sviluppo territoriale dualistico, diseguaglianze crescenti, venti sistemi sanitari che taroccano i numeri per avere più vaccini da somministrare agli amici degli amici, etc..
Insomma, lo Stato Arlecchino che tutela i forti, i ricchi ed i potenti ed abbandona i poveri al loro destino di peste, fame e carestia. E il Governo dei “Migliori” cosa fa? Pone un argine a questa pericolosa deriva di frammentazione e di istituzionalizzazione definitiva dello storico dualismo tra il Nord e il Sud di un Paese sempre più diviso e diseguale?
Giammai! La cura, si fa per dire, prevista dal nuovo uomo della provvidenza, Mario Draghi, è peggio del male: si scrive autonomia regionale differenziata e si legge secessione dei ricchi.
A lanciare l’allarme è il Presidente del Partito del Sud, Natale Cuccurese, che sulla sua pagina facebook personale scrive: “Per chi si illudeva che con il Governo Draghi il percorso dell’autonomia differenziata avrebbe subito uno stop, allego la pag. 14 del testo del DEF 2021, punto 1.5, (approvato l’altro ieri) da cui si evince che per la prossima legge di bilancio (2022-2024) il DDL sull’autonomia differenziata sarà tra le leggi collegate alla decisione di bilancio”.
“Ogni commento – prosegue – è a questo punto superfluo, la destrutturazione dello Stato proseguirà al termine della pandemia più forte di prima, così come le conseguenti privatizzazioni, al Nord come al Sud”.
“La composizione del Governo, infarcito di leghisti, protoleghisti e “liberisti bocconiani”, così come l’elezione di Fedriga a capo della Conferenza Stato Regioni, – conclude Cuccurese – non lasciava presagire nulla di buono per il Sud ed infatti ecco un altro tassello andare al suo posto”.