Sono innumerevoli gli uccelli che nidificano e svolazzano la città di Napoli, e a descriverci le varie specie che colorano la nostra Partenope, è intervenuto ai microfoni della Radiazza di Gianni Simioli, il programma in onda tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 su Radio MARTE, il Dott. Rosario Balestrieri Ornitologo e Presidente dell’Ass. ARDEA (Associazione di Tutela Ambientale che ha sede a Napoli), che ci ha rivelato anche la verità sul mito di Partenope.
”Al contrario di quanto si pensa, le antiche sirene non erano mostri metà donna e metà pesce, ma erano per metà uccelli’’. Pertanto, l’ipnotica voce che persuadeva i marinai sulle coste del mediterraneo, proveniva da un uccello, afferma il dott. Balestrieri ‘‘La Berta – ha dato origine al mito delle sirene greche, infatti le sirene che tentarono Ulisse, sono ritratte come metà donne e metà uccelli, esattamente come la statua greca di Partenope a Napoli posizionata sulla Fontana di Spina Corona (Fra corso Umberto e via Mezzocannone). Questi uccelli sono una sorta di albatros del Mediterraneo, nidificano nelle piccole isole deserte e cantano solo nelle notti senza luna. Il verso umanoide faceva avvicinare i naviganti che schiantandosi sugli scogli affioranti naufragavano, facendo così nascere il mito delle sirene. Sicuramente un tempo si riproducevano numerose su Capri, Ischia, Procida e Vivara, oggi sono estinte come nidificanti, frequentando il Golfo di Napoli per migrare o per alimentarsi”.
A Napoli sono segnalate, fra migratori e stanziali, oltre 150 specie di uccelli, molte di queste sono costantemente sotto i nostri occhi anche se non li vediamo, e un altro uccello simbolo nella nostra Napoli e protagonista di innumerevoli quadri, è il cardellino, spesso detenuto illegalmente in gabbia come uccello cantore; numerose sono le azioni dei carabinieri forestali tese a tutelare questa icona di bellezza zoologica.
”Ricordiamo ai nostri ascoltatori, gli uccelli appartenenti a specie selvatiche, non vanno trattenuti in gabbia. Pertanto, In caso di ritrovamento, avvertite il Corpo Forestale o la Polizia Provinciale o rivolgetevi ai centri recupero fauna selvatica della regione o della provincia”.