12.1 C
Napoli
20 Aprile, 2024

Napoli Al Museo Archeologico Nazionale l’Epigrafe Greco Giudaica del IV secolo d. C proveniente da Brusciano



Vale la pena fare una visita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nei giorni di sabato e domenica 7 e 8 ottobre, per omaggiare la 14esima edizione delle Giornate  Nazionali dell’Archeologia ritrovata.

“Shalom-Pace” è il saluto che apre il testo dell’Epigrafe greco-giudaica del IV-V secolo d. C., dedicata alla memoria dell’“onorato Rebbi Abba Mari”, in esposizione al MANN, nella nuova sala, “Dall’Oriente” inaugurata un anno fa, allestita e curata da Valeria Sampaolo con la consulenza di Giancarlo Lacerenza per i materiali giudaici e aramaico-nabatei.

Questa è la didascalia ufficiale: “Rinvenuta a Brusciano, l’iscrizione è probabilmente da porre in relazione alla comunità giudaica della vicina Nola ed è probabilmente un po’ anteriore a quelle del sepolcreto di Napoli. Si ha qui un titolo, l’uso del greco e un nome tipicamente giudaico, in questo caso di formazione aramaica: Abba Mari. Il testo recita =Shalom. Qui giace l’onorato rebbi Abba Maris=. Sono presenti in basso, oltre a una menorah angolare, i simboli dello shofar (il corno di montone) e del lulav (fascetto composto di mirto, salice e palma) molto silizzati. Decisamente meno comuni sono l’intestazione Shalom e l’epiteto rebbi, secondo alcuni un titolo onorifico, secondo altri equivalente al titolo rabbinico. In quest’ultimo caso saremmo qui in presenza di una delle più antiche attestazioni epigrafiche del termine. IV-V secolo (?): Brusciano; Inv. 151154”.

Su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=bw2dqMstt7s .

Sono trascorsi circa 100 anni dal primo ignaro ritrovamento a Brusciano e 60 anni dalla dotta acquisizione e custodia da parte del Museo Archeologico Nazionale di Napoli di questa che è una delle più antiche testimonianze del giudaismo in Campania.

Nella testimonianza del sociologo Antonio Castaldo, in visita gratuita al MANN con il nipote Giuseppe Di Falco, il 1° ottobre scorso si riporta “l’emozionante finale svelamento si ripresenta l’accumulo di esperienze. La cultura orale trasmessa dall’amico Ciccio Granato, giovanissimo testimone oculare e detentore delle memorie familiari. La ricerca scientifica di studiosi come Elena Miranda. Le rilevazioni sul campo condotte personalmente a Brusciano, insieme allo storico del Cristianesimo Primitivo, Sabato Scale e del suo collaboratore Peppe Mocci. La tradizionale ospitalità della famiglia Sessa-Giannino con la Signora Gioconda, vedova di Mastu Carminiello. Il tutto in un cerchio che si è chiuso in questi giorni portando a termine una indagine conoscitiva innescata oltre 30 anni fa, a partire da uno spontaneo scambio culturale con Ciccio Granato. Una lastra di travertino rivelatasi essere una antico raro reperto archeologico ora fruibile da tutti i visitatori del MANN a Napoli”.

Nei primi anni del Novecento in un vicoletto della Starza a Brusciano, oggi Via Giordano Bruno, nella memoria popolare “O Vico d’a Chiesiella e Paulillo” data la presenza della Chiesetta dell’antica famiglia Semmola-Ciceri, il capostipite della famiglia Vaia fa scavare un pozzo per assicurare il fabbisogno idrico alla sua casa. In questa occasione poco prima di giungere all’acqua viene rinvenuta una lastra di travertino di circa 40 per 30 centimetri e spessa circa 4. Essa viene destinata a piano di appoggio per usi domestici fino ad essere abbandonata sul lastrico solaio di casa Vaia. Nella seconda metà degli anni ’50 del Novecento, dovendo provvedere alla necessaria ristrutturazione dell’abitazione, Clemente Vaia, Mastu Clemente o’ Sarto, chiama una squadra di muratori. E’ l’anno 1954, secondo la memoria orale, il 1957 per i documenti ufficiali. Da sotto un vaso con piante di basilico viene rimossa questa lastra che una volta portata in cortile è oggetto di attenzione del giovane studente Ciccio Granato, nipote di nonno Clemente, il quale con il dito ripercorre il solco epigrafico ricostruendo una incomprensibile lettura: “Maricoenti”.

Interpellato un dotto saggio anziano si decide di fare una segnalazione al Museo Archeologico di Napoli che interviene con suoi rappresentanti sul luogo prelevando il reperto con equo ristoro monetario. “Maricoenti” è l’enigmatico mantra che ha accompagnato la vita di Ciccio Granato il quale ha ora, anziano, l’occasione di rivedere quel reperto archeologico che gli ricorderà la sua adolescenza da Indiana Jones.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Negli anni abbiamo saputo da fonti scientifiche di cosa si tratta:  Elena Miranda, Due iscrizioni greco-giudaiche della Campania, in Rivista di Archeologia Cristiana 55 (1979), pp. 337-341. E progressivamente maturata la piena coscienza di un raro pezzo di patrimonio storico e culturale. Nel 2004 Sabato Scala, storico del Cristianesimo Primitivo, il tecnico Peppe Mocci, suo collaboratore ed il sociologo Antonio Castaldo effettuano un sopralluogo nel vicoletto del ritrovamento. Qualche anno dopo Castaldo riesce ad individuare precisamente il pozzo della storia nella proprietà ora della famiglia Sessa-Giannino. Nel 2005, Giornata della Memoria, Antonio Castaldo inizia a diffondere nella comunità locale la coscienza storica e culturale di questo importante reperto. A dicembre dello stesso si ripete durante la cerimonia di inaugurazione Centro Polivalente Culturale Congregazione Pietà, con pubblicazione di una sua ricerca sulla Congregazione della Carità, presenti l’Assessore Felice De Cicco ed il Presidente del Consiglio Comunale, il compianto Rino Papaccio, con il Parroco Don Michele Lombardi.

Nel 2011 con la Pro Loco, Presidente Sebastiano Piccolo, ci ritorna all’interno di un convegno su Pace e Religioni.

Nel 2014 con la Giornata della Memoria, sempre con la Pro Loco Brusciano, Antonio Castaldo nella sua pubblicazione sulla “Shoah Memoria e Testimonianza” riprende la storia dell’antica epigrafe, con la partecipazione della Pro Loco, del Sindaco di Brusciano, avvocato Giosy Romano ed il Parroco, Don Salvatore Purcaro.

Nel 2016, il 17 dicembre, c’è stata l’ultima citazione pubblica in ordine di tempo nell’occasione della presentazione delle eccellenze della città di Brusciano in diretta televisiva su Rai Tre, TG Itinerante di sabato 17 dicembre 2016, come riportato  sul sito Rai http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/multimedia/ContentItem-98a5c7c8-678b-4a07-88b0-d8db1c0d2163.html  Time 11.00 .

Ora finalmente per chi lo desidera si ha la possibilità di vedere, in mostra permanente, la mitica epigrafe bruscianese, una rara testimonianza della diffusione dell’ebraismo a Napoli e in Campania, della cultura giudaica nel mondo.



Potrebbe interessarti anche

Ultimi Articoli