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28 Marzo, 2024

Microplastiche e rifiuti spiaggiati, risultati del triennio 2015/2017 nella sottoregione Mar Ionio – Mediterraneo Centrale



E’ la plastica, con valori che oscillano tra il 65 ed il 90% sul totale di tutti materiali individuati, la tipologia di rifiuto spiaggiato che occupa la maggiore quota di presenza sulle coste delle regioni Basilicata, Calabria e Sicilia, appartenenti alla Sottoregione Mar Ionio – Mediterraneo Centrale. E’ questo uno dei punti nodali della presentazione del dr. Emilio Cellini, direttore del Centro regionale Strategia Marina dell’Arpa Calabria che coordina anche le regioni Basilicata e Sicilia nelle attività connesse alla Direttiva Marine Strategy, illustrata a Roma nel corso dell’evento – a cura del Ministero dell’Ambiente con ISPRA ed SNPA – che ha permesso di trattare, con taglio divulgativo, un tema di particolare rilievo come quello dei rifiuti marini e della plastica a mare.

Evento che, come noto, si inserisce nel contesto delle iniziative del MATTM, quali il DDL Salvamare e #PlasticFreeChallange, ed al quale sono state chiamate a relazionare, oltre ad ISPRA e SNPA, le tre ARPA capofila nelle attività della Strategia Marina, che hanno presentato i risultati dell’attività di monitoraggio sinora condotta ai sensi della Direttiva sul Descrittore 10 Rifiuti Marini, dandone un quadro omogeneo e complessivo.

“L’area individuata come Sottoregione Mar Ionio – Mediterraneo Centrale – ha illustrato Cellini – ha una copertura di 2487 km di costa, per un valore complessivo nazionale del 33% della costa italiana. Complessivamente, nel triennio che va dal 2015 al 2017 sono state realizzata nelle tre regioni, 130 campagne, su 13 transetti dedicati ai rifiuti spiaggiati e altrettanti 13 per le microplastiche ( 6 Calabria, 6 Sicilia ed 1 Basilicata)”.

Al di là della procedura con la quale i tecnici delle Arpa ricadenti nella Sottoregione Mar Ionio, illustrata nei dettagli operativi e metodologici, Cellini ha avuto modo di presentare i dati giungendo alla conclusione che “questa complessa iniziativa ha permesso di raggiungere degli obiettivi assolutamente incontestabili. Innanzitutto ha garantito l’autorevolezza del dato nella sua acquisizione ed elaborazione, per le Arpa hanno proceduto con metodiche che il Ministero ha validato e standardizzato a livello nazionale. I tecnici delle Arpa hanno ricevuto una formazione ed aggiornamento altamente qualificato, frequentando corsi ad hoc come quelli per lo svolgimento delle attività di campionamento, analisi e caricamento dati”.

Tutto ciò ha permesso di notare quali prospettive future potrebbe garantire alle regioni rivierasche italiane questa grande mole di dati ed esperienze acquisite. “Certamente – ha concluso Cellini – è necessario coinvolgere tutti gli operatori del mare, favorendo un contributo attivo del settore pesca, diportismo nelle operazioni di prevenzione e recupero dei rifiuti. Occorre anche incrementare tutte le possibili azioni di sensibilizzazione nei confronti di giovani ed adulti per orientare il cittadino verso comportamenti e scelte responsabili. Tutto ciò è favorito nel momento in cui i diversi soggetti pubblici coinvolti saranno in grado di attivare e consolidare azioni sinergiche tese all’adozione di misure di prevenzione e tutela del nostro patrimonio marino”.



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