Come è già stato evidenziato sulle pagine di questo giornale e come ha ribadito l’economista Pietro Massimo Busetta sulle pagine dell’odierna edizione de “il Quotidiano del Sud”, il “miracolo” compiuto dal padano-leghista Roberto Calderoli è quello di avere accesso definitivamente i riflettori sull’autonomia regionale differenziata. Una riforma che istituzionalizzerebbe definitivamente lo storico divario tra le due Italie, elevando le Regioni richiedenti, ad oggi, Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna – quest’ultima, nonostante la promozione del referenum abrogativo della “Calderoli”, non ha ritirato le pre-Intese siglate nel 2018 col Governo Gentiloni – a Stati-regionali, riducendo, così, l’Italia a “Stato-Arlecchino”, se non riportandola al suo status ottocentesco di “mera espressione geografica”, proprio in una fase storica in cui non solo occorerebbe rendere gli Stati europei più uniti e coesi al proprio interno, ma in cui occorerebbe anche realizzare la definitiva unificazione politico-militare dell’Europa per affrontare le sfide epocali del XXI secolo.
E’ paradossale che la riforma dell’autonomia regionale differenziata sia promossa in modo così determinato e radicale dal Governo presieduto dall’epigona missina Giorgia Meloni. Governo che in modo retorico e mistificatorio ama definirsi “sovranista” e “patriottico”, proprio nel momento in cui, come evidenziano molti esperti e costituzionalisti, si appresta a minare irreversibilmente le basi dell’unità nazionale sia dal punto di vista socio-economico che dal punto di vista politico-civile ed istituzionale, in nome di uno “scellerato” patto di Governo consumato sulla “pelle” degli Italiani e dell’intero sistema-Paese: il regionalismo differenziato alla Lega Nord in cambio del premierato farlocco a FdI e della riforma della Giustizia a Forza Italia. La contraddizione maggiore la vive la Giorgia “nazionale”, che, mentre nel 2014 dichiarava che bisognava abolire le Regioni, oggi, invece, dichiara l’esatto opposto: bisogna dare tutto il potere alle Regioni. Che dire? la sua coereanza è da applausi.