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29 Marzo, 2024

Libero Tassella: “Altro che quattro spicci, per la riapertura delle scuole in sicurezza occorrono tamponi settimanali, mascherine FFP2, sistemi di areazione e termoscanner”  



In piena pandemia da Covid-19 la sicurezza degli edifici scolastici è uno di quei temi che dovrebbe essere affrontato con dovizia di particolari e dati di fatto criticamente accertati, in modo tale da mettere in atto tutte quelle misure economiche, sanitarie ed operative finalizzate a riavviare con un alto margine di sicurezza le attività didattiche in presenza.

Invece, la questione è posta in termini ideologici, sì o contro a prescindere. La qualcosa favorisce i miopi interessi di bottega dei vari partiti politici sempre pronti a rincorrere i sondaggi del giorno, piuttosto che assumersi la responsabilità di dirigere il Paese verso approdi non diciamo sicuri, dati i tempi, ma auspicabilmente meno incerti e ballerini, questo sì.

Ebbene, in ben pochi sanno che già prima dello scoppio della pandemia gli istituti scolastici italiani non brillavano per le loro condizioni di sicurezza, in quanto, fonte Rapporto 2018 Cittadinanza attiva, se nelle regioni settentrionali le scuole prive dell’agibilità igienico-sanitaria sono soltanto, si fa per dire, il 37%, nelle regioni meridionali tale percentuale sale sino all’85%.

Rispetto alla dir poco problematica situazione delle scuole italiane, situazione ulteriormente aggravata dalla crisi sanitaria, la montagna ha partorito il topolino: circa 19.000 euro ad istituto per provvedere alla messa sicurezza anti-covid.

Infatti, fuori metafora, come ha denunciato via social il responsabile nazionale di “Scuola Bene Comune”, Libero Tassella, “Le scuole di ogni ordine e grado hanno ottenuto dal Governo 150 milioni di euro per la riapertura primaverile ‘in sicurezza’ dal 7 aprile , le scuole sono 8000 in Italia, quindi fatevi voi un po’ di conti. Dovrebbero comprare presidi per la sicurezza all’interno degli edifici per svolgere le attività scolastiche in presenza”.

Ricordo – ha proseguito Tassella – che le scuole in zona rossa sono aperte fino alla prima media e in zona arancione fino alla scuola superiore, che però funziona con un numero ridotto di studenti in presenza che varia dal 50% al 75%”.

Tra aprile e maggio – ha precisato – il Governo intende riportare a scuola tutti gli studenti in presenza, come al solito si fanno i conti senza l’oste dove l’oste in questo caso è il virus e le sue varianti. Informatevi presso le vostre scuole se questi fondi sono già arrivati e soprattutto come saranno spesi dai DS”.

A mio avviso – ha scritto Tassella – agli studenti e al personale della scuola va garantito almeno un tampone a settimana e agli insegnanti una mascherina FFP2 al giorno, oltre ai termoscanner. Irrisolto ancora al momento il ricambio d’aria nelle aule, che per Azzolina e Arcuri si risolveva con l’apertura di finestre e porte in pieno inverno, anche se questo resta il problema principale, per non parlare degli spazi e del numero di alunni nelle classi, problemi strutturali che temiamo non vengano risolti neppure per prossimo settembre, mentre uno spiraglio sembra aprirsi per il ricambio d’aria”.

Scuola Bene Comune – ha concluso Tassella – ritiene non solo che i fondi stanziati siano largamente insufficienti ma che nelle scuola per ragioni oggettive non sia ancora garantita quella necessaria sicurezza affinché non diventino luogo di diffusione del contagio in un momento tanto delicato della pandemia”.



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