In una recente diretta social, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, durante la campagna elettorale per le europee amava farsi chiamare “Giorgia”, rispetto al tema sempre più scottante dell’autonomia regionale differenziata, in polemica con opposizioni, sindacati e studiosi che bollano la legge Calderoli come “Spacca-Italia” e “secessione dei ricchi”, ha sostenuto: “L’autonomia differenziata è un provvedimento che unisce l’Italia, che combatte le disparità, che rende la nazione più forte e giusta su tutto il territorio nazionale“. Allora, la legge Calderoli sul regionalismo differenziato è una legge che “Spacca-Italia”? O è un provvedimento che unisce il Paese?
A questa domande occorre dare una risposta leggendo attentamente la norma. E dalla sua attenta lettura emerge che la legge Calderoli pone le condizioni per la definitiva ed irreversibile istituzionalizzazione delle due Italie, in quanto: 1. L’attribuzioni di ulteriori poteri, funzioni e risorse alle Regioni che le richiedono e sì subordinata alla “determinazione” dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), ma, appunto alla loro “determinazione”, ossia alla loro mera definizione e non al loro finanziamento, né, tanto meno, alla loro effettiva erogazione; 2. I Lep dovranno essere definiti in modo tale da non causare “nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato”. In altre parole, non c’è un euro per perequare la ripartizione territoriale della spesa pubblica-pro-capite. Allora ne segue che i Lep saranno definiti come minimi, ossia ricalcheranno la spesa storica che favorisce il Nord a discapito del Sud; 3. Soltanto 14 materie su 23 devolvibili sono considerate “leppizzabili”, per le altre 9 si procede senza che vengano definiti i criteri di ripartizione delle risorse. Allora, la legge Calderoli spacca l’Italia, cristallizzando irreparabilmente il divario Nord-Sud? O va nella direzione diametralmente opposta della riunificazione delle due Italie? D’altronde, Calderoli non è un meridionalista, nè tanto meno un patriota, mascherato da leghista. Ma è un leghista che dissimula il suo vero obiettivo: concentrare le risorse del paese al Nord per lasciare il Sud all’asciutto.