Il progetto già da tempo cantierabile per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina è il nuovo gioco dell’oca. Arrivati alla penultima casella, poco prima dell’avvio dei lavori, la pedina viene rimandata indietro e tutto ciò che un secondo prima sembrava finalmente realizzabile viene rinviato sine die con la scusa di nuove soluzioni tecniche: tunnel, una campata, tre campate.
Sul tema è intervenuto l’economista siciliano Pietro Massimo Busetta, autore de Il coccodrillo si è affogato e sostenitore dell’importanza strategica del Ponte sullo Stretto non solo per lo sviluppo dell’Isola e del Mezzogiorno continentale, ma anche dell’intero sistema Paese e in ultima istanza dell’intera Unione europea.
“Se fosse una tesi di laurea – ha scritto Busetta – sarebbe da riscrivere! Dati sull’occupazione, sul Pil e sulla demografia di Calabria e Sicilia! Poveri non hanno capito che il Ponte è un’opera per l’Europa!”
“Il compitino – ha proseguito – che avevano dato Pd e Cinque stelle è stato fatto, in modo tempisticamente perfetto per non inserirlo nel RecoVery e per ricominciare dalla prima casella! Tra 10 anni ne riparliamo!”.
“Nel frattempo – ha precisato Busetta – il Mezzogiorno avrà perso 1.000.000 di persone che saranno state costrette ad emigrare. E l’Italia avrà perso definitivamente i traffici del Mediterraneo”.
“L’Italia – ha concluso l’economista siciliano – pagherà caro il fatto di essere governata da un partito di maggioranza relativa di populisti e da un partito predatore di posti di Governo nordista come il Pd. Questo non è un Paese per il Sud”.