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20 Marzo, 2023

Lacrime, cori e maglia in cielo, il Boca ricorda Maradona




Per chi c’era era impossibile non piangere o non emozionarsi. Ieri sera al ‘Bombonera’ il Boca Juniors, squadra di cui Diego Armando Maradona è stato tifoso fin dall’infanzia e di cui è stato un simbolo come giocatore, e il Gimnasia La Plata, il club che ha allenato prima di subire un intervento chirurgico al cervello e poi morire, si sono affrontate.

Ma ieri sarebbe stato anche il 61° compleanno del ‘Pibe de Oro’ e, come sta accadendo in tutti gli stadi argentini, è stata l’occasione per celebrare il mito di un campione che non verrà mai dimenticato.

Così l’immagine di Diego in maglia del Boca è stata posta al centro del campo prima del fischio d’inizio, mentre i giocatori delle due squadre sono entrati in campo indossando una maglietta con l’immagine del suo volto.

La figlia Dalma ha ricevuto in regalo una maglia del Boca incorniciata con il numero 10 (e come potrebbe essere altrimenti?) e il cognome che porta anche lei.

Non è riuscita a trattenere le lacrime, poi ha lasciato il terreno di gioco ed è andata a mettersi nel palco dove tante volte ha seguito le partite del Boca insieme al padre, e dove questa volta c’era la sorella Giannina. Al 10′ del primo tempo, quando l’arbitro ha sospeso la partita, la Bombonera è stata scossa fin dalle fondamenta per le grida e gli applausi ininterrotti per Diego. Bandiere, cori, striscioni, è stato un tripudio, mentre in cielo, trascinata da palloncini blu e gialli, è volata una maglia numero 10 e con ‘Maradona’, questa volta del Boca e non della nazionale argentina come negli altri stadi del paese. Tutto ciò mentre Dalma, ma non solo lei, piangeva a dirotto.

Alla fine il Boca ha perso, per 1-0, ma anche se la sconfitta fa male quasi nessuno ci ha fatto caso. I pensieri erano tutti per Maradona, compresi quelli della ‘Pulce’ Rodriguez, che dopo aver trasformato il rigore decisivo per il Gimnasia ha baciato la patch che aveva sulla maglia con l’immagine di colui che l’anno scorso era il suo allenatore. “Diego eterno” c’era scritto su uno striscione che a fine partita era ancora lì, e nessuno vorrà levarlo

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