Immersi in uno splendido bosco di castagni secolari, dal 17 al 23 agosto si tiene la sagra dei “Ciccimmaretàti”: una festa di sapori che permette di promuovere e valorizzare le tradizioni locali, le usanze ed i prodotti tipici del Cilento.
Insieme all’antica zuppa fatta con legumi e cereali, saranno protagonisti anche altri piatti poveri tipici della cucina contadina: cavatielli preparati secondo antiche ricette locali, grano a’ lu furno, foglie e patane cu’ lu vicci, mulignane ‘mbuttunate, patane a’ lu furno, formaggi locali, zeppole, struffoli e frisilli cu’ lu méle.
Ciccimmaretàti è una parola del dialetto cilentano che letteralmente significa “ceci sposati” e che si riferisce a un piatto povero tipico di Stio e del Cilento.
Strettamente legato alla cultura contadina, si tratta di una zuppa preparata con tutti gli avanzi di legumi e cereali – considerati “la carne dei poveri” – che si avevano in dispensa.
I ceci venivano “sposati nel tiano”, ossia mischiati in un tegame di coccio, con fagioli cannellini, borlotti, lenticchie, grano, orzo, fave, granturco, cicerchie e castagne.