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28 Marzo, 2024

La preoccupazione dei detenuti nel carcere di Secondigliano. “Decidete con responsabilità”



Siamo detenuti del carcere di Napoli, di Secondigliano, e questa missiva spero che arrivi nelle mani di chi può darci un aiuto sia da un punto di vista giuridico che umano.

Il nostro accorato appello è rivolto al Santo Papa, al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Presidente della Regione Campania. Innanzitutto, noi detenuti di Secondigliano, iniziamo dicendo che siamo stati tranquilli nel momento in cui ci sono stati sospesi i colloqui, non perché non eravamo sconvolti, anzi, ma perché abbiamo compreso fin da subito l’alto rischio di contagio cui saremmo andati incontro, se avessimo avuto dei contatti fisici con uno dei nostri familiari.  

Abbiamo metabolizzato questa crisi epidemiologica, adesso iniziamo ad avere le nostre paure e i nostri infiniti dubbi. Partiamo dal presupposto che le pene vanno pagate con la privazione della libertà, non con la privazione della dignità e della vita stessa, però, sappiamo troppo bene che il rischio di un contagio da COVID-19 nelle carceri è una bomba pronta a esplodere in qualsiasi momento, e forse già siamo all’inizio, a oggi si parla, infatti, di quindici detenuti contagiati, sempre se è dichiarata la verità!!!

Come da norme ministeriali, è stata richiesta una “ distanza “ di sicurezza minima obbligatoria al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio. Spiegateci però come facciamo a rispettare questa “benedetta”distanza? Dunque vi chiediamo un intervento concreto e tempestivo in quanto, nella realtà in cui viviamo, sarebbe una vera e propria pandemia.

Tenendo conto che comunque, dai penitenziari, entrano ed escono agenti, medici e operatori che potrebbero essere portatori del virus. E’ pur vero che avete iniziato con un primo decreto, un primo passo, ma è poco, troppo poco. Il sovraffollamento delle carceri persisterà ancora e la nostra paura è che il tempo a nostra disposizione sta diminuendo, forse potrebbero essere questione di giorni o addirittura di ore, prima che il COVID – 19 dilaghi tra noi e porti una strage indescrivibile e impensabile.

Questa è la nostra paura, noi vogliamo solo che sia rispettato il nostro diritto alla vita, null’altro!  Per far ciò c’è bisogno di ridurre il numero dei detenuti nei nostri penitenziari, che supera molto la reale capienza, anche se purtroppo a popolare le nostre carceri c’è anche un elevato numero di detenuti in attesa di essere giudicati. E magari, dopo anni, considerata la lentezza procedurale italiana (a tutta nota) dovuta alla considerevole mole di lavoro, vi sarà magari per questi ultimi una sentenza di assoluzione, e intanto oggi rischia addirittura la morte.  

Chiediamo, a voi tutti, a chi ne è di competenza, il coraggio di deliberare una decisione che sia seria e radicale, anteponendo il nostro diritto alla vita a qualsiasi pregiudizio o inutili lotte tra partiti! Per finire facciamo riferimento alle parole del Presidente De Luca, “l’epidemia al sud sta per esplodere in maniera drammatica, i prossimi giorni, da noi sarà un inferno!siamo alla vigilia di un’espansione gravissima di contagio.” e quindi ci chiediamo, NOI CHE FINE FAREMO!!!!!!

Per questo vi chiediamo accuratamente di non essere dimenticati, per noi questo virus malefico significa morta sicura. Speriamo che qualcuno ci ascolti e prenda in mano al più presto questa nostra grave e triste realtà.

REPARTO S4 CARCERE SECONDIGLIANO



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