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25 Aprile, 2024

La ministra Carfagna: al sud solo il 40% dei fondi del Recovery, ma sarebbe dovuto essere il 70%



Sarebbe dovuta essere l’occasione per uniformare il livello di sviluppo del nostro Paese e invece la direzione del governo è in senso opposto: non verranno adottati i criteri europei nella distribuzione dei fondi erogati dall’UE all’Italia attraverso il Next Generation EU, noto anche come Recovery Fund, che avrebbero consentito al mezzogiorno di avere evidentemente “troppo” denaro, per cui si opererà un taglio che ridurrà di circa 60 miliardi i soldi a disposizione delle regioni e degli amministratori del sud Italia.

Evidentemente a poco, se non a niente, sono servite le manifeste preoccupazioni degli amministratori locali, che sono addirittura arrivati a minacciare un improbabile “Sud-exit” qualora non fossero state ascoltate le loro perplessità, per giunta esplicitate in una lettera indirizzata al premier: l’unica “gentile concessione” fatta è stata quella di slegare l’erogazione in maniera lieve dal criterio che prevedeva di ripartire in base alla popolazione, ignorando evidentemente le gravi disparità che tutt’oggi permangono tra quelli che vengono trattati come cittadini di serie A e quelli che invece appartengono a una sorta di serie B o addirittura terza classe, che non si cerca di emancipare dalla propria condizione come dimostrato dagli episodi circa il federalismo fiscale contenuti nel libro “Zero al sud” di Marco Esposito.

Inoltre un recente report ISTAT ha rivelato che la spesa sociale per cittadino ammonta a 517 euro a Bolzano, mentre solo 22 in Calabria, cioè 1 cittadino del Sud Tirolo ha a disposizione la stessa quantità di 23 cittadini e mezzo dell’ultima regione continentale del meridione*. La quota spettante al mezzogiorno passa dunque dal 34% al 40%, questo riferisce la ministra per il sud Mara Carfagna in quota Forza Italia segnando un leggero miglioramento rispetto a quanto si era precedentemente detto, ma non si avvicina neanche lontanamente alla cifra che sarebbe stata invece disposta qualora si fossero seguite le indicazioni europee che tengono invece in considerazione popolazione, Prodotto Interno Lordo e tasso di disoccupazione, evidentemente (sarà facile osservare) differenti sul territorio italiano.

L’UE approverà un piano che non tiene conto dei parametri suggeriti? Ahinoi è altamente probabile, giacché spetta ai singoli stati membri elaborare una ricetta che questi ritengano adeguata a stimolare la crescita della ricchezza, al Consiglio spetta tutt’al più di valutare se il piano sia effettivamente in grado di assolvere ai suoi compiti. Qual è dunque la prospettiva che si dà a una terra in difficoltà? L’Italia del futuro sarà costruita sulla base delle disuguaglianze di quella del passato, così pare volere il Presidente del Consiglio Draghi che non ha dato alcuna importanza alla questione, che un intervento massiccio quale quello che l’Unione porterà avanti nei prossimi mesi per rispondere alla crisi economica generata dalla pandemia da covid19 avrebbe potuto affrontare riducendo le disuguaglianze tra cittadini dello stesso Paese.

Come riconosciuto anche dal ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta di Forza Italia circa undici anni fa e con parole piuttosto discutibili, se la conurbazione Napoli-Caserta avesse un livello di sviluppo tale quale quello del settentrione l’Italia potrebbe competere economicamente con la Germania in maniera paritetica e addirittura imporsi come primo motore di sviluppo comunitario**. Considerazioni che evidentemente l’attuale capo di governo conoscerà bene visti i suoi precedenti incarichi.

C’è solo da augurarsi, a questo punto, che i controlli dell’Europol e delle autorità deputate al compito di sorveglianza e prevenzione da infiltrazioni criminali, siano sufficienti a garantire che il denaro europeo non finisca nelle mani di pochi al posto che nei progetti e negli investimenti necessari per ripartire e che altresì la classe dirigente si dimostri all’altezza dello storico compito che le si richiede. Sebbene non sia stato ancora presentato al Consiglio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza cui sta lavorando il Presidente Draghi, è cosa nota che solo spendendo in modo tale che il moltiplicatore economico sia maggiore di uno (ovvero che per ogni euro investito me ne tornino indietro di più) riusciremo a sostenere il peso del debito che stiamo contraendo e che altrimenti sarà ulteriore fardello sulle spalle delle prossime generazioni, con un’attenzione particolare a tutta l’area a sud di Roma dove già la scarsità di opportunità e servizi, nonché la storica condizione di arretratezza economica, crea numerose difficoltà.

 

*Fonte: https://www.fondiwelfare.it/la-spesa-sociale-dei-comuni-per-ripartizioni-territoriali/

**Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/11/news/brunetta-choc_senza_napoli_e_caserta_italia_prima_in_europa-6977130



Luigi Punzohttps://www.vesuvianonews.it/
Nato nel 2003, Luigi Punzo studia al liceo scientifico statale Salvatore Di Giacomo di San Sebastiano al Vesuvio (NA) dove risiede. è vicesegretario del circolo dei Giovani Democratici di Massa di Somma (NA) e prende parte alla direzione metropolitana dei GD Napoli.

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