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29 Marzo, 2024

La Juventus precorre l’attuazione del regionalismo discriminatorio: l’Italia laica, progressista e radicale si mobiliterà contro la discriminazione razziale antimeridionale?



Come è noto, l’“attuazione perversa del federalismo fiscale”, ossia la ripartizione dei finanziamenti pubblici tra gli enti locali, è avvenuta sulla base della “spesa storica”, che, nel solo quadriennio 2014/2017, alla stregua di un “Robin Hood alla rovescia”, ha rubato ai poveri, il Sud Italia, per dare ai ricchi, il Nord Italia, la modica cifra di 245 miliardi di euro di spessa pubblica allargata, azzerando e dimezzando i diritti civili e sociali dei cittadini che vi risiedono: asili nido; istruzione, sanità; trasporti.

Come ha evidenziato Marco Esposito nel suo oramai famosissimo Zero al Sud, questa espropriazione indebita di risorse e diritti, che ha assegnato al 34% della popolazione italiana che risiede nel Mezzogiorno soltanto il 28% della spesa pubblica, è stata giustificata sulla base di motivazioni discriminatorie a livello territoriale: “tanto vivono al Sud”, “tanto sono del Mezzogiorno”.

La stessa motivazione di carattere discriminatorio a livello territoriale ed a livello “razziale” è alla base del tentativo di cristallizzazione del “furto di Stato” operato dal “Grande Partito trasversale del Nord” tramite la proposta d’Intesa Governo/Regioni per l’attuazione del regionalismo differenziato: al Nord “virtuoso”, “laborioso” ed “efficiente”, al Settentrione superiore per motivi “etici”, “culturali” e “genetici” spetterebbe il “merito” di avere servizi e diritti di seria A, mentre al Sud “brigante”, “corrotto”, “nullafacente” e “parassita” spetterebbero servizi e diritti di serie B.

È all’interno sia di questo clima politico-culturale che oramai ha “plasmato” in modo pervasivo le comunità settentrionali che bisogna collocare la decisione presa dalla Juventus di “non consentire” per la seconda partita di campionato, Juventus – Napoli, “la vendita dei biglietti ai residenti nella regione Campania”, né, tanto meno, “ai nati nella regione Campania”.

Evidentemente ancorata ad un atavico pregiudizio razziale antimeridionale, la Juve ritiene che, a prescindere dalla loro fede calcistica, essendo i Campani “delinquenti nati” non possano oltrepassare la soglia del “civilissimo” Juventus Stadium.

Come riportato da TuttoNapoli.net, a questo proposito il Questore di Torino avrebbe dichiarato che quella presa dalla società bianconera è “una misura dubbia e discriminatoria che potrebbe avere anche un valore razzista”. Misura che, prosegue il Questore, “non sarebbe mai stata avallata” dagli organi della pubblica sicurezza preposti agli eventi sportivi.

Evidentemente, la Juventus precorre in ambito calcistico l’attuazione del federalismo iniquo e discriminatorio a livello politico-istituzionale con una decisione razzista, rispetto alla quale si attendono (invano?) ferme prese di posizione e mobilitazioni contro da parte di tutte quelle forze politico-culturali laiche, progressiste e radicali, che, giustamente, denunciano il razzismo esterno, ma sono sempre tiepide, se non del tutto silenti, nel denunciare i casi di “razzismo interno”, di discriminazione antimeridionale, spesso derubricati ad innocuo sfottò o a semplice orpello propagandistico. Gatta ci cova?

09/08/2019 – Salvatore Lucchese



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