La donna islamica con l’hijab, il velo allacciato sotto la gola utilizzato per coprire il capo e le spalle, non passa inosservata. E qualcuno, sull’affollato traghetto della compagnia Medmar partito alle 10.35 di questa mattina da Ischia e diretto a Napoli, nota anche una “cintura sospetta”.
La psicosi terrorismo, legata all’attentato di Barcellona, si traduce così in una serie di segnalazioni dei passeggeri della “Rosa d’Abundo”: vengono allertati marittimi e forze dell’ordine. E nello scalo intermedio di Procida salgono i carabinieri della locale stazione per un controllo: la donna marocchina, regolarmente residente nel comune ischitano di Serrara Fontana, viene condotta in un’area di servizio e perquisita con la sorella, anche lei coperta da velo. L’operazione si traduce in un ritardo nella corsa: la nave sarebbe dovuta ripartire da Procida alle 11.15, riprende invece il mare con circa 15 minuti di ritardo. E la passeggera riprende con la sorella il suo posto sul traghetto, disorientata. La cintura sospetta era una panciera legata a una recente operazione chirurgica.
Sull’episodio interviene Salvatore Ronga, assessore alla Cultura al Comune di Ischia: “Alle signore che, solo per il fatto di indossare il velo, hanno dovuto subire una perquisizione, in una circostanza che non si può far rientrare in quella necessaria dei normali controlli, ma che si deve al diffuso clima di allarmismo, vanno le mie scuse personali come ischitano e come assessore alla Cultura del Comune d’Ischia. Abitiamo su un’isola che deve le sue fortune allo spirito di accoglienza e di ospitalità – ha proseguito Ronga – doni ricevuti in eredità, doni preziosi da preservare con tutte le nostre forze, soprattutto in questo tempo presente”.