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29 Marzo, 2024

Intervista a Carmine Ammirati autore di “Là dove inizia l’orizzonte”



Cari lettori de “Vesuvianonews” ho il piacere di presentarvi un amico, un ragazzo che la vita gli ha tolto troppo presto il suo amore più grande, la mamma. Enza Avino era quella ragazza sempre allegra e sorridente che il 14 settembre del 2015 fu uccisa sotto una pioggia di proiettili e oggi il suo Carmine, tramite il libro “Là dove inizia l’orizzonte” fa un viaggio virtuale con lei e con i suoi affetti. Non voglio perder tempo, ma vi raccomando di leggere attentamente l’intervista e di leggere soprattutto il libro di questo giovane e bravissimo autore.

Come sta Carmine oggi? Carmine a oggi sta bene, ma non ti nego che le ferite del passato si fanno sentire ogni giorno. Sono un ragazzo che affrontato l’adolescenza vivendo situazioni di violenza in casa, e questi sono ricordi e sensazioni che non dimenticherò mai. Oggi invece, la circostanza è cambiata, perché dal mio passato negativo ho trovato la forza di combattere questa bestia che è il femminicidio.

Parlami brevemente del tuo libro, quello che hai voluto fortemente: “Là dove inizia l’orizzonte”? E’ un viaggio metaforico, ma soprattutto poetico che intraprendo sulla mia barca, la mia compagna di viaggio. Un tragitto fatto di tanti ricordi che troverò in essa, ricordi indelebili.  Ho scelto di scrivere e raccontare anche perché si capisca che, nonostante la vita possa assumere i connotati più tristi, più duri e più disumani – come la mia – l’uomo ha sempre in mano il proprio destino e può scegliere un altro finale, più colorato, più felice per la propria storia. Vi lascio pagine di me, intrise di momenti semplici ma unici, affinché il mio dolore possa aiutarvi nella ricerca della mia felicità.

Adesso credi nella vita? (attimo di pausa) Se questa domanda mi fosse stata fatta un po’ di tempo fa, avrei risposto di NO! Bello conciso. Adesso ho degli obiettivi nella mia vita, delle responsabilità, ma soprattutto dei doveri morali, in primis la tutela e il sostegno degli orfani di femminicidio che con l’associazione Edela aiutiamo per far sì che abbiano un’istruzione ma anche un futuro lavorativo, dopo aver compiuto la maggiore età.

Che cosa rappresenta per te la canzone “Con te partirò”? Percepisco questa canzone come se fosse un abito su misura, cucito addosso. Perché quando mia madre era incinta di me, avvicinava le cuffie sulla sua pancia e in qualche modo ascoltavo anch’io. Questa canzone è stata la colonna sonora della nostra vita, l’ha accompagnata anche nel suo ultimo viaggio, e oggi, ogni qualvolta l’ascolto non piango, sorrido e penso a lei.

Ho avuto il piacere di leggere e divorare il libro e uno dei passi più belli è quando sei invogliato a fare l’artista di strada. Spiegaci quei momenti e soprattutto quelle emozioni. Quei momenti sono stati i più belli della mia infanzia, perché ho vissuto appieno i miei genitori, erano giornate piene di divertimento e nuove conoscenze, ed è stato proprio lì che spronato da mia madre, ho coltivato la mia passione più grande, fare l’artista di strada. E le parole della mamma ogni volte che mi esibivo erano: “Devi credere in ciò che ami” e per questo che la ringrazierò sempre, grazie a lei ho potuto incontrare tantissime persone sul lungomare di Palinuro e il suo sorriso ogni qualvolta mi vedeva ballare era la mia forza.

Adesso parlami dell’uomo invisibile, di Carmine orfano, di quei primi momenti, della testimonianza di tante persone nel giorno del rito funebre? Sono stati momenti bui, i primi tempi sono stati davvero difficili accettare il tutto, accettare di aver perso la mia ancora di salvezza, la mia migliore amica. Vivere quel giorno è stato terribile, non ti nego la mia sofferenza. Ecco ti faccio un paragone per far comprendere quei momenti, ero come in una stanza buia e lì volevo rimanere senza vedere o ascoltare nessuno, ma dopo un po’ mi sono messo alla ricerca della maniglia di quella porta, per cercare di uscire, beh oggi ti posso dire la strada dell’uscita l’ho trovata e sto affrontando la vita, fuori da quella porta.

Chiudi gli occhi e cosa vedi? Con te sono sincero, chiudo gli occhi e vedo il sorriso della mamma. Lei è il mio primo pensiero, di mattino quando mi sveglio e l’ultimo prima di addormentarmi. Quel suo sorriso mi aiuta ogni giorno ad affrontare le difficoltà della vita, soprattutto quelle emotive.

Com’è Carmine oggi e cosa vede nel suo futuro? Oggi sono un uomo che sa cosa fare, cosa che non conoscevo tempo fa. Pian piano mi sto inserendo nel mondo lavorativo, coltivo sempre i miei sogni e ho la fortuna di avere la mia ragazza Amalia che mi sostiene ogni giorno, e oggi posso confermarti che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande Donna. Il mio futuro? Spero di avere una famiglia e di dare l’amore che la mia mamma mi ha trasmesso nel mio cuore ai miei figli. Tutto qui, non ho grandi pretese, voglio solo tanto amore per il mio futuro.

Un messaggio che vuoi mandare ai giovani d’oggi? C’è molta violenza nelle relazioni oggi e questa cosa mi fa molto male, perché pensate che a ogni schiaffo c’è un figlio che vive la scena e non la dimenticherà mai, quindi per me i tanti progetti che frequento come testimonianza nelle scuole sono molto importanti, che è da lì che si deve modellare la crescita dell’adolescente nel rapportarsi in una relazione. E il messaggio che mi sento di dare è questo, di rispettare sempre la propria donna, perché la donna è come un fiore e come i fiori sono l’anima della natura, le donne sono l’anima dell’amore. AMIAMOLE.

Saluto Carmine e già programmiamo la presentazione del suo libro nel vesuviano, gli auguro e gli auguriamo ogni sorta di felicità e fortuna, soprattutto quella che la vita gli ha negato troppo presto.



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