“L’Italia – recita l’art. 1 della Costituzione – è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Dal punto di vista delle classi popolari del Sud del Paese il succitato articolo potrebbe essere riscritto nel seguente modo: L’Italia è una Repubblica oligarchica, fondata sullo sfruttamento di classe, sulla disoccupazione, sulla precarietà, sul razzismo e sulle discriminazioni territoriale e di genere.
Basti notare, ad esempio, che per quanto concerne la mensa scolastica la sedicente Repubblica democratica italiana assicura il servizio legato al tempo pieno e al tempo prolungato soltanto al 10,41% degli studenti delle scuole di base siciliane rispetto all’87,55% degli studenti liguri ed al 56,32% degli studenti della stessa fascia d’età a livello nazionale.
Di recente, su questi temi è intervenuta la Rete “Il Sud Conta” con un suo comunicato stampa, in cui ha specificato che “Il criterio della spesa storica, l’assenza dei LEP e di una politica fiscale redistributiva e la discriminatoria assegnazione degli investimenti pubblici hanno comportato la sottrazione in 18 anni di circa 800 miliardi al Sud per regalarli al virtuoso Nord”.
“Tutto questo – ha proseguito Il Sud Conta – fa sì che le regioni del Sud a parità di popolazione, o magari con una popolazione più numerosa, ricevano molte meno dosi di vaccino e nelle scuole riescano a garantire molti meno posti mensa rispetto al numero di alunni”.
Il tutto è riassumibile nelle accuse di “Razzismo di stato, politiche discriminatorie, scelte che privilegiano un solo pezzo della penisola”. “Insomma – si incalza nel comunicato – per dirla più correttamente, questi dati fra Nord e Sud descrivono a tutti gli effetti un rapporto tra un paese (Italia/Nord) e la sua colonia (Sud e Isole)”.
“La cosa più grave – ha sottolineato la Rete – è che questi dati, insieme ad altri utilizzati strumentalmente, serviranno a costruire la grande narrazione tossica per legittimare la maggiore distribuzione di risorse del PNRR verso il Nord, a discapito del Sud e delle isole che, in base ai criteri indicati dalla Commissione Europea (popolazione, pil e disoccupazione), dovrebbero ricevere almeno il 65% delle risorse previste dal Next Generation EU”.
“Come richiesta dagli oltre 500 sindaci aderenti alla piattaforma Recovery Sud – ha concluso Il Sud Conta – anche noi pretendiamo che la commissione europea introduca il vincolo di destinazione del 70% delle risorse al Sud”.