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25 Aprile, 2024

“Il re degli ultimi”: il romanzo di Enzo Beretta su Maradona



Propone aneddoti, riferimenti storici e testimonianze “Il re degli ultimi”.

I sette anni meravigliosi e folli di Maradona a Napoli” il libro (edito da Ultra sport) che il giornalista Enzo Beretta ha dedicato al Pibe de oro e alla sua permanenza nel capoluogo partenopeo.

Sarà presentato venerdì 19 novembre, a pochi giorni dal primo anniversario della scomparsa alla Corte dell’arte di Foqus Fondazione quartieri spagnoli dall’autore, alla presenza dell’avvocato storico Fernando Siniscalchi, il presidente del Te Diegum, Claudio Botti, e con in collegamento telefonico Fernando Signorini, preparatore del campione argentino.

“La sua missione era precisa: rendere felici gli ultimi, fare vincere i perdenti, dimostrare che l’impossibile era a portata di mano” scrive nella presentazione Beretta giornalista che vive e lavora a Perugia e ha già pubblicato altri libri come “Romanzo immobiliare, il sistema Anemone” e “Favole alla sbarra”.

Di Maradona, Beretta ricorda che “approda in una squadra che sta per retrocedere e l’accompagna alla gloria, vincitore dove non si era vinto mai. La magia del condottiero in pantaloncini e maglietta è far sognare tutti: il destino di milioni di persone dipende da lui, da una giocata del numero 10, da un suo gol”.

Nella prefazione, Fabrizio Roncone, inviato speciale del Corriere della sera, sottolinea che “questo è un romanzo d’amore collettivo, nel quale possiamo riconoscerci tutti”.

“Enzo Beretta mi ha portato dentro luoghi che avevo visto solo da fuori, nella mia stagione di cronista al seguito del Napoli che vince il suo secondo scudetto: la casa di Diego, in via Scipione Capece 3/1, lo spogliatoio dello stadio San Paolo, dove Diego si preparava a dire messa distribuendo ai compagni i consigli e il coraggio per farsi aiutare nell’impresa di portare alla vittoria un’intera città; a un certo punto, ecco pure la penombra dei locali notturni dove un uomo tremendamente solo andava a perdersi”.

“Nel libro – afferma ancora – c’è Napoli e ci sono i napoletani. Non so dove sia, adesso. Ma ho la ragionevole speranza che qualcuno riuscirà a recapitargli una copia di questo libro”.



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