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20 Aprile, 2024

Il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Sandro Staiano: “Il regionalismo differenziato è in palese contrasto col sistema costituzionale delle autonomie. Si rilanci il dibattito sulla nuova questione meridionale”



Promosso dalla Presidente della Commissione cultura del Comune di Napoli Elena Coccia, presso i locali del Municipio partenopeo, lunedì 15 luglio si è tenuto un incontro sull’autonomia differenziata, al quale ha partecipato come relatore Sandro Staiano, ordinario di Diritto Costituzionale della Federico II, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e promotore del documento di Ateneo che boccia l’ipotesi di regionalismo differenziato avanzata dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, in quanto considerata in “irrimediabile contrasto con il quadro costituzionale”.

Nel suo denso ma chiaro intervento, evidenziate sia la mancanza di trasparenza dell’intero processo sia la trasversalità delle sue responsabilità politiche, dopo avere posto l’accento sulla necessità di riproporre la centralità della questione meridionale nelle sue nuove forme, Staiano ha ribadito l’incostituzionalità delle Intese soffermandosi, tra gli altri punti, sul contrasto tra il progetto di “regionalismo differenziato” e il “sistema costituzionale delle autonomie”, sullo “smantellamento della Stato sociale come sistema unitario” attraverso la regionalizzazione della Scuola e della Sanità, sull’inconsistenza del cosiddetto residuo fiscale e sulla “discriminazioni di contesto” presenti negli attuali criteri di valutazione del sistema universitario nazionale.

Per quanto riguarda il primo punto, secondo Staiano, la proposta avanzata dalle tre Regioni determinerebbe la costruzione di un “centralismo regionale” che non solo rovescerebbe la funzione costituzionale delle stesse da enti di democratizzazione e di coesione a strumenti di sperequazione e dualismo, ma lederebbe le prerogative ed i diritti degli gli altri enti locali che fanno parte del “sistema delle autonomie”: Comuni, Province, Città metropolitane.

Per quanto concerne il secondo punto, lo “smantellamento dello Stato sociale come sistema unitario”, il costituzionalista ne ha evidenziato le possibili conseguenze negative in ambito economico-politico: l’acuirsi dei processi d’impoverimento e delle diseguaglianze con la prospettiva di una nuova crisi economica.

Infine, dopo avere demolito il pilastro su cui le tre Regioni richiedenti fondano le loro richieste finanziarie, il cosiddetto residuo fiscale, concetto che, ha precisato Striano, è stato “pervertito” e “falsificato” anche attraverso l’omissione del calcolo del debito pubblico, il costituzionalista si è soffermato sulle “discriminazioni di contesto” relative ai parametri di valutazione e di finanziamento delle Università. Discriminazioni che tendono a privilegiare il Centro-Nord a discapito del Sud.

In sintesi, Staiano ritiene che se il regionalismo differenziato dovesse essere approvato minerebbe ulteriormente l’unità nazionale e la coesione sociale e territoriale del Paese, avvantaggiando le Regioni settentrionali a discapito di quelle meridionali.

17/07/2019 – Salvatore Lucchese



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