Mentre si rimane in attesa della contro operazione-verità annunciata da Calderoli sulla ripartizione pro-capite delle risorse pubbliche complessive a livello territoriale, se mai ce ne fosse stato bisogno, nella sua ultima “Relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali per gli anni 20220-2022”, relazione che si affianca a quelle precedenti dell’Istat, della Ragioneria generale dello Stato, dei Conti pubblici territoriali, dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, di Bankitalia e della Svimez, la Corte dei conti conferma la sperequazione della spesa sociale a discapito del Mezzogiorno.
Nel frattempo, invece di snocciolare numeri e dati criticamente accertati, il ministro leghista per gli Affari regionali e le autonomie batte la gran cassa della propaganda “padana” e dice di volere portare a casa l’autonomia differenziata per il 2024.
“Non siamo d’accordo. Meglio la campana dell’indifferenziata”, gli risponde dalle pagine di “Repubblica-Napoli” dell’altro ieri il costituzionalista emerito della “Federico II” Massimo Villone, dopo avere osservato: “Il nostro futuro non si trova in un premierato sbilenco, che non potrebbe rendere più autorevole un governo fragile per la competizione permanente tra i suoi componenti. Ancor meno si trova nell’Autonomia differenziata che spacca il Paese, e che tuttavia Calderoli insiste di volere con l’inizio del 2024”.