Dissimulato dalla narrazione trionfalistica di regime di un Sud messo in condizione di farcela da solo e nonostante i mal di pancia ed i distinguo di Tajani e Forza Italia sulla road map di attuazione dell’autonomia regionale differenziata, salvo poi con il suo Presidente della Regione Piemonte, il forza italiota sì, ma evidentemente solo al Nord, Alberto Cirio, fare asse con Liguria, Lombardia e Veneto per trattenere sempre più risorse fiscali sul proprio territorio, avanza imperterrito l’attacco radicale al Sud da parte del governo dei sedicenti patrioti di FdI e dei sovranisti della Lega Nord.
Dal quasi totale azzeramento del fondo di perequazione infrastrutturale, all’attuazione del regionalismo discriminatorio tramite Lep “pezzotti”, che, avallati da Sabino Cassese nella veste di ascaro in servizio permanente effettivo, non faranno altro che ratificare se non peggiorare la spesa storica che già da decenni danneggia ampiamente il Mezzogiorno, passando per la centralizzazione sia delle risorse del fondo sviluppo e coesione sia della Zes unica (più pilu per tutti), salvo poi volere “sbaraccare” il ministero per il Sud, l’attuale maggioranza di governo riserva al Meridione un futuro di chiara e definitiva subordinazione coloniale rispetto alla locomotiva Nord. Che fare? Sulla base della campagna referendaria a favore dell’abrogazione della legge Calderoli (porcata bis) sul regionalismo differenziato dei diritti sulla base della ricchiezza dei territori si provi a costruire la mobilitazione popolare contro l’attuale governo, intrecciandola con la mobilitazione contro gli altri provvedimenti da esso emanati, in primis il ddl sicurezza, che limita ulteriormente gli spazi di dissenso sociale, politico e culturale in un Paese che sta scivolando sempre più velocemente verso la democratura.