In un’intervista rilasciata ai giornalisti Massimo Giannini e Oscar Giannino di Radio Capital, il Ministro per il Sud, nonché vicedirettore della Svimez, Giuseppe Provenzano fissa i paletti per il proseguimento del percorso di attuazione del regionalismo differenziato: livelli essenziali di prestazione; fabbisogni e costi standard; fondo perequativo.
Secondo Provenzano, si tratta di contrapporre al progetto di autonomia di Lombardia e Veneto che “spacca il Paese” un modello di “autonomia giusta”, che ne salvaguardi la “coesione” e che renda possibile il superamento dei “divari” territoriali sia a livello scolastico che a livello sanitario.
Tuttavia bisogna osservare che, partecipando all’infuocato dibattito sul regionalismo differenziato svoltosi nei mesi precedenti, in un articolo pubblicato il 5 marzo 2019 sulla rivista Limes , il neoministro per il Mezzogiorno sostenne a chiare lettere che l’autonomia richiesta dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna “mina l’unità nazionale. Il principio è che alcuni italiani lo sono più degli altri. Serve il ricentramento delle funzioni strategiche, un’Agenzia nazionale per lo sviluppo e un Iri della conoscenza.
Perché il riferimento all’Emilia Romagna è scomparso nell’intervista rilasciata a Radio Capital? Speriamo che, non entrando in contraddizione con le sue precedenti posizioni, Provenzano ora non ritenga che la Pre-Intesa dell’Emilia Romagna rappresenti il modello di autonomia “giusta”, visto che per i suoi erronei presupposti, il cosiddetto “residuo fiscale” a suo favore, sia per le materie richieste, in primis, le norme generali sull’istruzione, i beni culturali e le infrastrutture, sia per il criterio di ripartizione delle risorse, la spesa storica, anche il progetto emiliano-romagnolo è iniquo, sperequativo, asimmetrico ed estrattivo di risorse finanziarie a tutto svantaggio dei cittadini del Meridione.
Link all’intervista rilasciata da Giuseppe Provenzano:
Link all’articolo di Giuseppe Provenzano:
12/09/2019 – Salvatore Lucchese