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Napoli
8 Dicembre, 2024

GDF Napoli: sequestrati crediti d’imposta illeciti relativi a investimenti nel mezzogiorno per un valore di 31 milioni di euro. denunciate 44 persone fisiche



Nei giorni  scorsi, personale  del Comando  Provinciale  della Guardia  di Finanza  di Napoli  ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro d’urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, di crediti d’imposta del complessivo importo di 31 milioni di euro.Trattasi di crediti c.d. “da investimenti nel Mezzogiorno”,  introdotti dalla legge n. 208/2015  a favore delle imprese che effettuano  l’acquisizione  di beni strumentali  destinati a strutture produttive  ubicate nelle zone assistite delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Molise e Abruzzo.

In particolare,  le attività di indagine sono state svolte mediante approfondito esame dei dati contenuti nei c.d. cassetti fiscali di alcuni soggetti economici, nei cui confronti si era già proceduto,  in data 19 giugno u.s., al sequestro di crediti falsi connessi agli aiuti alla crescita economica, cd. SuperAce. Tale  ulteriore  attività  di analisi  ha consentito  di  individuare  50 persone  giuridiche,  ubicate  nelle

Regioni del Sud Italia, titolari di crediti per importi cospicui – in alcuni casi milionari – afferenti investimenti nel Mezzogiorno che, in realtà, non sono mai stati eseguiti. È risultato  che diversi  soggetti  abbiano  addirittura  simulato  l’acquisto  da una società  londinese  di sofisticati software del tipo chainbox utili alla creazione di blockchain aziendali per la condivisione  di dati informatici in rete –  inserendo  nei moduli  di comunicazione  da trasmettere  all’Agenzia delle Entrate i dati relativi al presunto investimento, talvolta per valori superiori al milione di euro, singolarmente considerati.

Tale circostanza è stata subito rilevata nel corso dell’attività di indagine, grazie alla quale, attraverso l’analisi dei dati relativi alla società estera, si è pervenuti all’individuazione del relativo amministratore. Questi è risultato essere un soggetto di origine campana, irreperibile, peraltro destinatario di numerosi provvedimenti  giudiziari.

La portata della frode è apparsa ancora più significativa quando le indagini hanno permesso di scoprire che  alcune  società  avevano  perfino  fatto  ricorso  ad  operazioni  straordinarie,  come  le  cessioni  di  ramo d’azienda, pur di aggirare l’incedibilità a terzi del credito e di pervenire al conseguimento dell’illecito profitto.

La disamina  di alcuni  atti notarili,  la cui lettura ha evidenziato il puntuale trasferimento del  credito quale parte  integrante  del  ramo  d’azienda  ceduto,  ha consentito poi  di accertare che  le  cessioni  venivano  eseguite per  importi  nettamente inferiori  già  al  solo  valore  nominale del  credito,  aspetto  indicativo  della relativa  provenienza illecita.

Al termine  delle  investigazioni, sono stati iscritti al registro degli  indagati, a vario titolo,  44 persone fisiche  (residenti  in Campania, Lombardia, Sardegna,  Calabria e Sicilia),  per i delitti di truffa ai danni dello Stato e di reimpiego  di proventi illeciti. Questa  Procura  della  Repubblica ha disposto,  altresì, il sequestro  d’urgenza  delle  risorse  creditizie individuate, al fine di scongiurarne l’utilizzo in compensazione. La misura  cautelare adottata fa  seguito  ad analoghi  provvedimenti, delegati  dalla  predetta  Autorità

Giudiziaria al Gruppo  Guardia  di Finanza  di Frattamaggiore, grazie  ai quali è stata evitata  la circolazione di crediti di imposta  fittizi,  per un valore  complessivo di oltre un miliardo  e settecento milioni  di euro, il cui utilizzo  indebito in compensazione avrebbe  comportato un significativo nocwnento per le casse dello Stato.



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