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3 Maggio, 2024

Forze della Sinistra radicale: “No all’asse del Nord, no all’autonomia differenziata!”



Mentre, a parole, il Governo dei sedicenti “migliori” dichiara di volere ridurre le diseguaglianze, nei fatti, invece, persegue l’obiettivo diametralmente opposto: acuire ulteriormente e cristallizzare definitivamente le diseguaglianze economiche, sociali, civili e territoriali, in primis quella tra Nord e Sud Italia, tramite l’attuazione di un federalismo asimmetrico ed estrattivo, che istituzionalizzerebbe una volta per tutte la fruizione dei diritti di cittadinanza sulla base del CAP di residenza.

Una vera e propria rottura del patto costituzionale di solidarietà promossa trasversalmente dai maggiori partiti politici sedicenti nazionali, Lega (Nord), Partito democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, in cui si articola il Grande Partito Trasversale del Nord.

Ora, contro il rilancio di questo sciagurato disegno politico, disegno che è il frutto della declinazione dell’ideologia neo-liberista della “locomotiva” e dello “sgocciolamento” in chiave antimeridionale, demA, PCI, Partito della Rifondazione Comunista, Partito del Sud e L’Altra Emilia-Romagna hanno emesso un comunicato stampa unitario, di cui, di seguito, si propone la versione integrale.

Riprende e si rafforza l’Asse delle Regioni ricche, nato con il malcelato scopo di accrescere nel Paese disuguaglianze sociali e territoriali, grazie all’Autonomia differenziata che rischia di portare in breve tempo alla dissoluzione dell’unità del Paese. Per togliere ogni dubbio sulla sponda separatista e di destra han ben pensato di chiamarlo “Asse dell’autonomia”, Zaia-Bonaccini.

Una richiesta pressante di autonomia che avanza nella totale mancanza di trasparenza e condivisione democratica attorno al tema: non si conosce infatti il testo aggiornato su cui si cerca l’intesa, così come non sono noti i veri contenuti oggetto della contrattazione e del rapporto fra le parti. In altre parole si sta procedendo a fari spenti nella più assoluta opacità e mancanza d’informazione ai cittadini, tant’è che Regione che vai narrazione che senti. Richiesta che guarda caso giunge proprio mentre la pandemia ha mostrato tutti i limiti di venti sistemi sanitari diversi e, paradossalmente, mentre Bonaccini chiede al governo centrale denaro per colmare il buco da 800milioni di Euro della Sanità dell’Emilia-Romagna, come riportato da alcune testate, che per la prima volta nella sua storia rischia il default e il commissariamento.

Non è affatto vero come dice Bonaccini che l’Emilia-Romagna non chiede un Euro in più allo Stato, dato che l’Autonomia è richiesta a saldi di bilancio invariati, il che significa cristallizzare differenze territoriali che già oggi fanno dell’Italia un Paese profondamente diseguale, disattendendo il compito che il Pnrr almeno a parole avrebbe dovuto svolgere visto che l’Italia ha ottenuto il più alto finanziamento fra tutti i Paesi Ue proprio per iniziare a porre rimedio a diseguaglianze e alla disastrosa condizione del Mezzogiorno.

Al contrario di Zaia, Bonaccini e di Fontana, come DemA, Partito Comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista, Partito del Sud e L’Altra Emilia-Romagna, diciamo NO all’Autonomia differenziata e riteniamo che siano maturi i tempi per porre mano alle storture costituzionali conseguenti alla sciagurata riforma del Titolo V del 2001, che oltretutto dopo più di vent’anni non vedono ancora la definizione dei LEP.

La Costituzione già oggi riconosce e promuove le autonomie locali e i Presidenti di Regione, anziché avviare pericolosi processi conflittuali fra Regioni e Stato, dovrebbero unirsi nel chiedere al governo una politica di investimenti per i territori al fine di rendere esigibili i diritti costituzionali a tutti i cittadini. A tal fine infatti abbiamo sostenuto la petizione popolare presentata a dicembre in Regione per il ritiro della richiesta di Autonomia differenziata, promossa dal Comitato contro l’Autonomia Differenziata dell’Emilia-Romagna e partecipato alla relativa raccolta firme.

Solo due anni fa per le elezioni regionali in Emilia-Romagna Bonaccini chiedeva il “voto utile” per fermare la Lega. Oggi il Pd insieme alla Lega governa il Paese e Bonaccini e Zaia fanno una conferenza stampa congiunte in totale sintonia. Il voto dei cittadini si è rivelato utile solo per spostare l’Asse politico verso destra, con un “patto tripartito” che vede Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto collaborare contro l’interesse dei cittadini sia del Nord che del Sud al fine di favorire privatizzazioni e califfati locali.

Enrico Panini – demA

Selene Prodi – Partito Comunista Italiano

Stefano Lugli – Partito della Rifondazione Comunista

Natale Cuccurese – Partito del Sud

Cristina Quintavalla – L’Altra Emilia Romagna



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