Mentre nelle assemblee e nelle manifestazioni pubbliche il Pd del nuovo corso di Elly Schlein prende posizione contro l’autonomia differenziata, tramite la quale si mira all’istituzionalizzazione dello storico divario tra le due Italie, nelle aule parlamentari, invece, fa l’esatto opposto e porta l’acqua, la farina e tutto il resto alla cosiddetta “secessione dei ricchi”.
Infatti, stando a quanto riportato da Marco Palombi sulle pagine del “Fatto Quotidiano” di sabato 9 settembre, il Pd ha presentato un emendamento all’articolo 1 del ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, che è stato ben accolto da quest’ultimo, in quanto, non cambia la sostanza delle cose: per revocare o modificare un’intesa che attribuisce autonomia a una Regione bisogna sempre passare da una commissione paritetica Stato-Regioni.
Dunque, si conferma che il pallino della decisione finale rimane nella mani delle Regioni, che, una volta ottenuta l’agognata autonomia, non si sognerebbero mai di mollare l’osso delle risorse economiche ad essa collegate. Il tutto, ovviamente, a discapito di quel po’ che rimane di un’Italia già ampiamente “divisa e diseguale”.