“Viene da ridere (per non piangere) nel pensare a chi in questi ultimi anni dava credito alla propaganda di Salvini sul Ponte e sulla AV Salerno RC. Come si scrive da sempre il Ponte è solo un’arma di distrazione di massa per quei meridionali che ancora credono alle idiozie leghiste. Pare del tutto evidente che al ministro invece non interessi per nulla la costruzione di un Ponte sullo Stretto funzionante, ma è interessato soltanto all’avvio di un progetto su cui spendere pochi miliardi (comunque sempre a favore di aziende e professionisti del Nord), col fine ultimo di spostare continuamente ogni ipotetico investimento al Sud sul fantomatico Ponte, così da “distrarli”, nei fatti, sempre e solo a favore del Nord, soprattutto ora che la Consulta (con decisione inconsulta?) ha mandato in porto lo Spacca-Italia light. E’ questa la ‘truffa del PNRR’ di cui tratto da anni. Sempre più evidente ogni giorno che passa. A testimonianza di questo ecco oggi la notizia che arriva l’addio all’Alta velocità Salerno-Reggio. Il raddoppio della linea ferroviaria alta velocità Salerno-Reggio Calabria era infatti il più grosso progetto infrastrutturale previsto dal piano, con un costo doppio del Ponte di Messina. Ma è stato di fatto cancellato, sia a causa di motivi costruttivi sia soprattutto economici. Il governo Meloni/Salvini taglia così in silenzio l’Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria, nonostante fosse per lo più finanziata dal PNRR, confermandosi così il più antimeridionale della storia. Resta il fatto che il Ponte sullo stretto è una chimera e l’unica certezza è che nel Mezzogiorno continuano a non esserci infrastrutture adeguate, cosa che risponde ad una visione esclusivamente coloniale del Mezzogiorno che permane dal 1861“. Questo quanto denunciato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese, da anni impegnato nel tentativo di riportare al centro del dibattito politico la questione meridionale, che, nel corso degli ultimi decenni, è stata rimossa a vantaggio di una sedicente questione settentrionale agitata dalla Lega Nord. Questione settentrionale a cui quasi tutte le forze politiche sedicenti nazionali, dal Pd a FdI, passando anche per il M5S, hanno portato acqua al suo mulino, appoggiando, in varie forme e in momenti diversi della vita politica italiana, l’attuazione del regionalismo differenziato in salsa leghista e proto-leghista ai danni del Sud, e non solo del Sud.