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19 Aprile, 2024

“Compagni per il No al regionalismo differenziato”: Sit-in di protesta, venerdì 28 giugno, ore 17:30, Piazza Plebiscito, angolo Piazza Trieste e Trento/via San Carlo



Napoli è tra le città più attive e dinamiche sul fronte della mobilitazione civile contro l’autonomia regionale differenziata, ormai nota, grazie ai contributi critici dei costituzionalisti Massimo Villone e Giuseppe Tesauro e dell’economista Gianfranco Viesti, come il “colpo di Stato” o la “secessione” dei “ricchi”.

Da mesi, di fatto, una molteplicità di agenzie – Università, Comuni, alti istituti culturali, case editrici, centri sociali, associazioni, sindacati, comitati –, di luoghi – aule accademiche e consiliari, biblioteche, sedi associative e sindacali, spazi politico-culturali autogestiti, redazioni giornalistiche piazze “agite” politicamente e culturalmente – e di mezzi comunicativi ed informativi sia reali che virtuali – libri, riviste, giornali cartacei ed online, volantini, piattaforme digitali, pagine facebook individuali e di vari gruppi politico-culturali – hanno concorso alla costruzione di un’articolata rete di formazione civica e di un variegato laboratorio pedagogico-politico tesi ad analizzare e a denunciare criticamente le origini “padane”, le “oscure” modalità di attuazione e le conseguenze negative per il Mezzogiorno di un processo federativo “egoistico”, “discriminatorio”, “sperequato” ed “estrattivo”, che, se istituzionalizzato, potrebbe condurre alla frammentazione dell’intero sistema Paese.

Nel corso delle ultime settimane, tra le agenzie che stanno concorrendo alla formazione di una alta coscienza civile adeguata alla portata storica del pericolo dovuto al tentativo di attuare la “secessione dei ricchi”, si segnalano per le loro iniziative di grande spessore scientifico e culturale l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Alleanza degli Istituti Meridionalisti (AIM), la CGIL di Napoli e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (IISF).

Dopo avere promosso due alti Convegni di studio sul regionalismo differenziato, il primo a Napoli e il secondo a Portici, la Federico II ha pubblicato un documento in cui sostiene a chiare lettere che il progetto, frutto di una cieca “pulsione egoista”, non solo è “anticostituzionale”, ma, nella “dirompente radicalità delle misure proposte”, rischia anche di “cristallizzare”, se non di “accentuare”, il divario tra il Nord e il Sud del Paese.

In occasione della presentazione del libro di  Pietro Massimo Busetta, Il Coccodrillo si è affogato, L’AIM e la CGIL di Napoli hanno posto l’accento sia sulla scelta strategica di cementare il rapporto sinergico tra i vari centri di ricerca meridionalisti, sia di intensificare l’opera di moral suasion sulle classi dirigenti nazionali, sia di valutare forme e modalità di coinvolgimento del maggiore numero possibile di cittadini nella mobilitazione politico-civile contro il “colpo di Stato” dei “ricchi”.

Dopo avere promosso in collaborazione con Giuliano Laccetti, ordinario di Informatica presso la Federico II, nonché Presidente del Comitato scientifico dell’Associazione “e-Laboriamo”, un’importante Giornata di approfondimento sull’autonomia differenziata, giornata in cui l’Onorevole Guglielmo Epifani disse chiaramente che bisognava riportare la questione meridionale al centro del dibattito politico-nazionale, di recente, grazie anche all’impegno del docente di Diritto costituzionale della Federico II Alberto Lucarelli, l’IISF ha organizzato altri incontri di approfondimento sul regionalismo differenziato, in occasione dei quali ne sono stati evidenziati ulteriormente gli aspetti critici sia a livello giuridico sia a livello economico-finanziario.

Ora, mentre queste ed altre numerose iniziative rientrano nel novero della pedagogia delle élites, per contribuire alla costruzione di una mobilitazione che abbia un carattere maggiormente politico e non solo culturale, gli esponenti napoletani di “Articolo Uno” ed il teorico della “democrazia dei beni comuni”, Alberto Lucarelli, ritengono che sia “indispensabile passare ad una fase due: trovare un punto di caduta ‘politico’, prendersi la responsabilità di un’azione politica incisiva e di qualità dal basso”. Di un’azione che favorisca l’in-formazione del maggiore numero possibile di cittadini comuni e attraverso l’in-formazione ne favorisca la presa di coscienza della radicalità dell’attacco che viene portato contro la coesione sociale e l’unità territoriale.

Proprio per passare dalla fase uno, la pedagogia delle élites, alla fase due, la pedagogia dei cittadini comuni, venerdì 28 giugno dalle ore 17:30 alle ore 19:30 a Piazza del Plebiscito, angolo Piazza Trieste e Trento/via San Carlo, come recita un post dell’instancabile Laccetti: “‘Articolo Uno’, altre formazioni politiche e associazioni, semplici cittadini e volontari ‘senza tessere in tasca’ hanno organizzato un flashmob con volantinaggio per protestare contro il progetto di regionalismo differenziato e la secessione dei ricchi”.

“L’autonomia differenziata – recita la descrizione dell’evento pubblico pubblicata su facebook – lasciando le ricchezze nei territori dove si formano: indebolisce la possibilità di investire nelle aree del Paese dove serve; legittima ‘l’egoismo fiscale’ che fa già tanti danni con l’evasione; contraddice la norma costituzionale: chi più ha più dà, con le tasse, alla collettività; priva il Paese di una politica nazionale su scuola, università e ricerca, e sui servizi al cittadino, come sanità e ambiente, che passerebbero tutti alle scelte di quelle regioni, non riorganizza il sistema di comuni, province e regioni.

Dopo i sit-in ed i cortei promossi nei mesi precedenti dalla rete sociale meridionalista “Il Sud Conta”, dopo gli scioperi e le manifestazioni promossi dai Sindacati, le piazze di Napoli tornano ad essere uno spazio di informazione, formazione e di presa di parola contro il “golpe” dei ricchi.

Il Sud studia, si informa, prende coscienza e scende in campo per difendere la propria dignità e i propri diritti sanciti dal dettato costituzionale.

25/06/2019 – Salvatore Lucchese



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