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20 Maggio, 2025

Cercola: dalla lotta al cancro alla missione del sorriso. Ermete, vincitore due volte

È uscito dall’ospedale da vincitore, ma ha deciso di tornarci subito. Non per curarsi, stavolta, ma per regalare un pomeriggio di gioia ai piccoli pazienti del reparto di Onco-Ematologia della Clinica Pediatrica Vanvitelli. Protagonista di questa toccante storia è Ermete Panico, 20enne di Cercola, che ha sconfitto il cancro per la seconda volta e ha trasformato la sua esperienza in una missione: aiutare gli altri a non sentirsi soli.

Pochi giorni dopo le dimissioni dal Pausilipon, Ermete ha organizzato una vera “spedizione” di volontari, animatori e amici, dando vita al progetto “Uniti si vince 2025”, una nuova associazione nata dal suo letto d’ospedale. Il suo obiettivo? Portare sorrisi, leggerezza e compagnia ai “piccoli guerrieri” costretti a vivere la realtà della malattia oncologica.

“Non devono sentirsi diversi o ammalati. I bambini devono poter sorridere, e le loro mamme devono sapere che non sono sole”, racconta Ermete con un sorriso più forte della sofferenza.

Ad affiancarlo in questa nuova avventura, la pediatra Delia De Biasio, una psicologa e numerosi amici, tra cui Nicola Alonzo, uno degli animatori che lo aveva seguito durante la sua prima degenza, cinque anni fa. “All’epoca avevo 14 anni e lo odiai – ricorda – oggi è uno dei miei migliori amici. È stato uno dei primi a credere in questo progetto”.

Il primo appuntamento con il nuovo gruppo di volontari è andato in scena tra palloni, musica, merende e racconti. I bambini, nonostante le flebo trascinate nei corridoi, hanno accolto l’iniziativa con entusiasmo. Insieme a loro anche le mamme, grate per una pausa dalla quotidianità fatta di visite, terapie e attese.

“Questa volta il cancro era tornato più aggressivo – confida Ermete – ma ce l’ho fatta. Adesso ho una nuova consapevolezza. Non serve chiudersi, non serve il silenzio. Parlare, condividere, giocare: è così che si combatte davvero”.

Uniti si vince 2025 è appena nato, ma ha già una visione chiara: trasformare il dolore in solidarietà e costruire una rete di volontariato capace di entrare in ogni reparto oncologico pediatrico con il sorriso, la presenza e l’ascolto.

Per Ermete, oggi, aiutare gli altri è la cura più potente: “Tutti possono fare qualcosa. Nessuno è escluso. Anche un pomeriggio diverso può fare la differenza”.

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