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23 Aprile, 2024

Calcio: Valeria Iuliano si dimette da allenatrice della New Generation. “Nel calcio tranne qualche bella eccezione c’è ancora troppo maschilismo”



Valeria Iuliano, già nota giornalista, oggi unica donna Campana allenatrice di una squadra maschile, rassegna le dimissioni dalla New Generation di Agropoli, compagine di Terza Categoria, e rompe il silenzio sui social, denunciando comportamenti maschilisti.

In un Calcio, che nonostante i progressi del mondo Femminile, stenta ad accettare l’Intrusione del “Gentil sesso”. La Iuliano tende inoltre  a sottolineare che ha incontrato in questa breve esperienza, anche persone che nonostante un esperienza maggiore hanno rispettato sempre ruoli e consegne.

Nel riportare di seguito il testo integrale pubblicato sui social la Redazione augura alla giovane allenatrice di poter avere presto altre reali possibilità, ma soprattutto di poter dimostrare che una donna può far bene anche nel mondo del Calcio e vincere le resistenze conservatrici.



“Il silenzio non è stato apprezzato…

Essere donna è una grande prova, una sfida che non finisce mai, perché devi lottare di più, ingegnarti di più, essere di più.
Nell’ipocrisia di una civiltà occidentale, apparentemente progressista, la parità
di genere resta un’illusione, soprattutto nel calcio.
Tra uomo e donna vi è un’asimmetria di potere che viene alimentata da atteggiamenti e comportamenti maschilisti, sessisti. Questo è il vero male che limita lo sviluppo sociale, culturale: non dare alle donne ciò che meritano vuol dire impoverire la società.
Questo maschilismo ha radici ben profonde. Se ci pensate, il primo uomo che le donne conoscono, e con il quale si rapportano e si confrontano, è il padre, di conseguenza con il patriarcato. Quest’uomo, per secoli, le ha consegnate ad un altro uomo, che – oltre ad avere la stessa autorità paterna – ha anche un potere sessuale su di esse.
La donna quindi passa da un uomo a un maschio: ecco spiegato il passaggio da patriarcato a maschilismo.
Le donne vengono ancora oggi escluse, soprattutto a livello calcistico, per un retaggio culturale, storico, perché questo Paese si poggia su fondamenta preistoriche.
Le donne vengono ancora oggi considerate uno scarto di questo ambiente, invece devono salvaguardare il rispetto per se stesse e rivendicare il fatto di essere non un’opzione ma una PRIMA SCELTA.
A noi donne possono toglierci opportunità, ostacolarci, ma quando conosciamo il nostro valore e lo rispettiamo gli altri possono portarci via tutto…certamente non la dignità!
È in nome di questa che mi sono dimessa dal ruolo di allenatrice di prima squadra della New Generation, un progetto nato con i migliori propositi che, via via, non hanno mai trovato reale concretizzazione nei fatti, se non a parole.
Mi sono imbattuta in una realtà diametralmente opposta rispetto a quella promessa al momento della firma del contratto. Quando si fa una scelta così forte e importante, come quella di optare per un allenatore donna su una panchina di calcio maschile, caso unico in Campania, la si porta avanti attraverso decisioni volte a sostenere un progetto così impegnativo, senza delegare in toto col rischio di creare totale confusione in merito ai valori e alle idee da perseguire.
L’assenza di ordine e di governabilità, la presenza di disordine caotico non avrebbero portato a nulla di buono e io non espongo la mia persona e la mia immagine in un contesto allo sbando.
“Ragazzi, quando vi impongono scelte tecniche, formazioni, alzate i tacchi e andate via: il Maestripieri tecnico può fallire, ma l’uomo no”.
Questa frase del mio Maestro la porterò dietro come insegnamento, per sempre.
Non accetto di essere usata come figura immagine da chi ha provato in modo vile a scavalcarmi, pretendendo l’ultima parola sulle formazioni da schierare (ancora rido per questo “compromesso” che avrei dovuto accettare 😄: richiesta che mi è stata fatta pervenire in forma neppure diretta).
‘Sta gente che conoscenze ha per arrogarsi questi diritti? Ve lo dico io: NESSUNA.
Non hanno conoscenze tecnico-tattiche (e l’ho visto in campo!), non conoscono nulla in tema di metodologie dell’allenamento, ma c’è una cosa che proprio non si può acquisire millantandola: la dignità.
C’è chi per sedersi in panchina e dire che allena si fa calpestare la dignità professionale e umana. Io non appartengo a questo genere di persone, mi dispiace. Io non mi faccio calpestare da chi non ha competenze e titoli per farlo. Se sbaglio, sappiate che lo faccio con la mia testa e non per imposizioni esterne: questo deve essere ben chiaro a tutti.
Ovviamente ho anche trovato estrema disponibilità in alcuni uomini che, guardate caso, tecnicamente e tatticamente valevano di più degli pseudo-allenatori in tenuta da tesserati-calciatori, e che non a caso hanno giocato in categorie superiori e conoscono la disciplina e il rispetto dei ruoli, ed è proprio a questi ragazzi ai quali voglio dire grazie.
Grazie per la fiducia e la disponibilità mostratami.

Valeria”



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