Eh no! Cosa sto leggendo? Proprio tu? Allora cerco all’impazzata nel web notizie di smentita, ma purtroppo non è così. La notizia è vera!
Diego Armando Maradona è volato nel cielo per consegnare il pallone al “Pataterno” e Lui per vederlo da vicino un’altra volta, l’ha invitato nella sua schiera.
“Patate’ falle scennere” fallo scendere, ma questa volta non ci ha ascoltato e Diego è Lassù palleggiando su qualche nuvola con una pallina da tennis o qualche arancia, dribblando ancora e… noi? Noi qui a piangere e a ricordare, e i ricordi partono da quel giovedì pomeriggio del 5 luglio del 1984,al S. PAOLO, lì dove iniziò la nostra favola, il nostro riscatto. Vai a spiegare a chi non capisce nulla di calcio e vita cosa sei stato per noi?
Vai a spiegare quel goal da centrocampo al Verona, quella punizione alla Juventus o con la camiceta bianco celeste per undici secondi palla al piede, partendo da centrocampo saltati due calciatori inglesi, poi Butcher, poi Fenwich e poi il portiere Shilton, facesti goal che fu definito dalla Fifa “il goal del secolo”.
Come fai a spiegare quella citazione “San Genna’ non ti crucciare, tu lo sai, ti voglio bene, ma ‘na finta’ e Maradona squaglia ‘o sanghe dint’ ‘e vvene” tratto dal film “Così parlò Bellavista”?
Per noi tu eri uno di famiglia, eri il fratello, l’ amico, il confidente, quante volte ci hai fatto ridere, quante volte ascoltando qualcuno che ti paragonava ad altri noi ridevamo di gusto, ci provi pure a spiegare, a farli ragionare, ma poi li lasci nella loro deficiente convinzione, ci sono delle battaglie che non serve combattere per vincerle.
Grazie Diego per i sette anni che ci hai regalato, grazie per ogni magia, per ogni sorriso, per ogni gioia, per ogni emozione, per ogni magia, per ogni pianto che ho fatto per te. Grazie Diego, il tuo nome continuerà ad echeggiare nei vicoli, nei quartieri, nella Napoli del popolo e nella Napoli bene. Grazie a Dio io “l’ho visto”.