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19 Aprile, 2024

Brusciano ricorda Diego Armando Maradona



Ci fu un tempo che anche Brusciano ebbe la visita di Maradona. Resta nella storia del paese che ne conserva viva memoria come accadimento reale ma avvolta in una sorte di incantesimo. In illo tempore, forse l’anno 1987, giorno e mese non si sa. Nemmeno il promotore di quell’incontro, Antonio Sposito, detto “O’ Marano”, sa precisare al sociologo e giornalista Antonio Castaldo rilevatore di qualche testimonianza locale per ricordare il campione del calcio argentino, napoletano e mondiale, Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960 – Tigre, 25 novembre 2020 Argentina).

E’ giunto allo stadio di Napoli, la sera della ferale notizia, il musicista bruscianese Rocco Di Maiolo dove ha intonato l’Inno del Napoli di Nino D’Angelo, facendo riecheggiare nelle menti dei numerosissimi astanti: «‘A bandiera tutta azzurra ca rassumiglia ‘o cielo e ‘o mare ‘e sta città Forza Napoli! Rint’all’uocchie ‘e sti guagline ca se scordano ‘e prublemi e se mettono a cantà: Napoli, Napoli, Napoli, quei ragazzi della Curva B Oh oh Napoli Napoli Napoli, nu striscione dice siamo qui».

Il compassionevole suono del sax di Rocco Di Maiolo terminato con le note del “Silenzio” ha contribuito e condiviso, anche a nome del popolo di Brusciano, in questo paralizzante tempo della Pandemia da Covid-19, all’elaborazione del lutto della Città di Napoli e di quanti dolenti sono accorsi a quello fu “StadioSan Paolo” e che per il popolo del calcio è già diventato “Arena Maradona”. Postato nella notte del 25 novembre 2020 sulla pagina FB di Rocco Di Maiolo con questo messaggio: «Era doveroso il mio saluto stasera allo Stadio San Paolo alla Leggenda del Calcio».  Filmed by @titas_entertainment.

Intanto dalla sua pagina FB “Brusciano Story”, Rocco Braccolino, rilanciava su https://www.facebook.com/watch/?v=721374518049338 le immagini della Comunità di Brusciano nella sfilata locale per festeggiare “Il Primo Scudetto del Napoli” del 10 maggio 1987 su iniziativa del “Commando Ultrà Brusciano” con la creativa collaborazione di Tonino Sposito detto “Pelo Bianco” per l’animazione sociale, della famiglia Sessa, per i carri allegorici, del Maestro Tonino Giannino storico sassofonista con l’orchestrina di promettenti giovani musicisti ed a seguire in coro il popolo bruscianese, in “Ohj vita o vita mia ohi core  chistu core…”  e “Maradona è meglio e Pelè, ngiammo a fatt’o’ mazzo tante pe ll’avè..” in corteo sotto gli striscioni, le bandiere  e le ovazioni “Napoli Folle Amore”, “Lodi a Ottavio Bianchi”,  “Napoli Campione d’Italia”.

Felice De Cicco, che al calcio ha dedicato una vita intera, da giovane praticandolo sul campo nell’organico dell’Avvelino, poi a Brusciano come allenatore di compagini locali nella partecipazione a vari campionati regionali con la “Polisportiva Bruscianese” e come formatore di generazioni di giovani atleti con la “Scuola Calcio Bruscianese” presso il Campo Sportivo Comunale, ed che in seguito è stato impegnato anche come Assessore alla Cultura Sport e Spettacolo con l’Amministrazione guidata dal Sindaco Dott. Angelo Antonio Romano, ha rilasciato al sociologo e giornalista, Antonio Castaldo questa testimonianza: «Luglio 1984. Ricordo la tanta attesa per un fenomeno calcistico, Diego Armando Marodona. La sua prima uscita con la maglia del Napoli, dopo la sua breve esperienza spagnola con il Barcellona. Tanta attesa, dopo un’estate tribolante tra voci di un acquisto imminente e voci di mancato arrivo. Prima uscita calcistica con un’amichevole gara disputata a Siena. Non potevo mancare, partenza da Brusciano ore 13 e arrivo allo stadio di Siena giusto alle 18. Un entusiasmo incredibile, stadio pienissimo ed esordio del “Pibe de Oro” con la maglia del Napoli. Ricordo che noi napoletani stavamo trascorrendo uno dei periodi più brutti della vita sociale ed economica: il post terremoto del 23 novembre 1980 e di una criminalità devastante. Con l’arrivo del fenomeno Diego Maradona sembrava che fosse arrivato come un aiuto dal cielo colui che avrebbe risollevato e riscattato un popolo dalle tante problematiche descritte. Ricordo i suoi primi due anni con risultati calcistici di poca rilevanza, ma a noi non ce ne fregava niente, perché avevamo il più grande calciatore di tutti i tempi. Bastava vederlo in campo con le sue genialità nelle giocate a renderci tanto felici. Ricordo il momento tanto atteso della conquista del primo scudetto della storia del Napoli. 1987 un’apoteosi generale ed il riscatto di un popolo che intravedeva l’uscita dall’anonimato diventando protagonista sulla scena mondiale. Io allora calciatore discreto e di periferia ospitavo un ragazzo Argentino anch’egli calciatore, di nome Verikas Oscar, alto, biondo e grande amico di Diego. Ricordo che ogni domenica mattina prima della gara casalinga del Napoli noi ci recavano all’hotel Vesuvio sulla via Caracciolo di Napoli e ritiravano due biglietti omaggio per assistere alla partita. Tutto questo grazie all’amicizia e conoscenza con l’amico e calciatore Oscar Verikas da me ospitato. Ricordo il grande affetto dimostrato dal popolo bruscianese nell’ospitare Diego durante la festa dell’Unità in Piazzetta Bellini a Brusciano, se non erro era l’anno 1987, subito dopo la conquista del primo scudetto. Anni stupendi ed entusiasmo alle stelle ci portano alla conquista del secondo scudetto, anno 1990. Ricordo indimenticabile quando fui ospite di Diego ad una cena in un ristorante a Mergellina, io con la mia consorte Anna e Diego con la sua famiglia. Era il primo maggio del 1990 ed il giorno successivo diventai papà con l’arrivo del mio primogenito Giuseppe…che ricordi!!! Ci sono tanti aneddoti ancora da raccontare, ma forse è meglio fermarsi qui. Troppa tristezza mi attanaglia in questo momento, e metabolizzare la morte di un grande Genio, un amico di tutti, sempre disponibile la dove c’era da aiutare qualcuno, forse ci vorrà un pò di tempo, ma forse non sarà poi così tanto facile. Grazie Diego».

Antonio Castaldo, ricercatore sociale per l’Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, nel positivo ricordo di trascorsi scambi culturali con l’Argentina, realizzati attraverso alcuni rappresentanti della Comunità di emigranti, a Quilmes e Buenos Aires, di origini familiari a Brusciano e Mariglianella, dell’Associazione “Nàpoles Viva”, fra cui Elisabeth Di Maio alla quale ha espresso, tramite lei, le condoglianze per tutto il popolo dell’Argentina, per la morte dell’indimenticabile Diego Amando Maradona, per tutti il “Pibe de Oro”.

Chiudiamo questo reportage commemorativo condividendo queste parole: «Sono ore di grande commozione in tutto il mondo in ricordo di Diego Armando Maradona. Sono tanti i ricordi legati all’ex attaccante del Napoli e della Nazionale Argentina. Tra questi c’è anche il momento in cui è salito sul palco ed ha cantato una canzone a lui dedicata ovvero ‘La Mano de Dios’ di Rodrigo Bueno. In allegato un estratto dal film ‘Maradona by Kusturica’» tratte dal sito “Calcio Napoli 1926.it” con le immagini di Maradona che canta “La Mano de Dios” https://www.calcionapoli1926.it/video/maradona-mano-de-dios-video/



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