C’è anche Brusciano nell’Italia che “mette la firma per il Lavoro” in sintonia con la proponente CGIL che tra gli obiettivi ha l’abolizione del Jobs Act, la quale ha avviato la propria campagna referendaria lo scorso 25 aprile, Festa della Liberazione. Domenica 19 maggio 2024, presso la sede associativa dell’ANPI e “Il Fare Perbene” in Via Camillo Cucca, i cittadini bruscianesi hanno potuto firmare i moduli grazie all’impegno del promotore locale, Peppe Rea.
Per la tutela del lavoro il primo quesito mira all’abolizione dell’intero Jobs Act (Decreto Legislativo 23 del 2015), prevedendo l’«abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi». Per la dignità del lavoro
il secondo quesito punta l’attenzione sulle realtà con meno di 15 dipendenti, proponendo l’«abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese». Per la stabilità del lavoro il terzo quesito pone una barriera alla precarietà, prevedendo l’«abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine». Per la sicurezza sul lavoro il quarto ed ultimo quesito reclama l’«abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante».
Dal fronte sindacale CGIL una nuova coscientizzazione si espande per il Paese accompagnata da questa riflessione: «Il lavoro in Italia è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando. Per realizzare il massimo profitto possibile appalti, subappalti, finte cooperative, esternalizzazioni di attività sono diventati normali modelli organizzativi di ogni azienda privata e pubblica. Il frutto di vent’anni di leggi sbagliate è un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. È il momento di ribellarci e di cambiare. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà. Per questo ti chiediamo di firmare per poter poi cancellare attraverso il referendum alcune di queste leggi sbagliate».
Uno dei tanti firmatari, il sociologo e giornalista Antonio Castaldo, ha sottolineato che «c’è anche l’adesione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, FNSI, ai quattro referendum popolari promossi dalla CGIL sul mondo del lavoro, previsti nel 2025 una volta raggiunte le 500.000 firme. Le quotidiane condizioni di lavoro di ogni essere umano, devono essere sicure, dignitose, stabili e non precarie. Tanto per il bene di lavoratori e lavoratrici oggi bisognevoli di maggior tutela e rispetto del diritto costituzionale repubblicano». Fra i cittadini presenti presso l’Associazione “Il Fare Perbene” giunti per apporre le proprie firme sui moduli con l’assistenza di Peppe Rea vi erano anche il Maestro del Lavoro, Antonio Cipollaro e l’ex Sindaco di Brusciano, Avv. Peppe Montanile.
Nei giorni scorsi Nicola Ricci, Segretario Generale CGIL Napoli Campania, ha affermato: «Obiettivo 150mila firme nella regione».
Oltre ad avere la disponibilità dei presidi fisici ove organizzati, nei luoghi d’incontro, di lavoro e tempo libero, gli intestatari di indirizzo e-mail potranno firmare muniti di SPID o CIE, senza alcun costo, i 4 quesiti referendari compilando i moduli online sul sito web della CGIL https://www.cgil.it/referendum. I cittadini, maggiorenni e iscritti nelle liste elettorali, possono apporre le proprie firme nei comuni di residenza. La raccolta firme iniziata il 25 aprile terminerà il 25 giugno 2024.