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28 Marzo, 2024

Ariano Irpino (AV) – Il costituzionalista Massimo Villone: “Il Ministro Boccia sbanda e presta il fianco ad una riforma che mira ad abolire il Sud”



L’autonomia differenziata è il frutto di un perverso disegno politico, sostenuto da una parte dei poteri forti di questo Paese, che mira a promuovere i miopi e volgari interessi mercantilistici della sola ‘locomotiva’ Nord. E’ una riforma strutturale, irreversibile e permanente dalle conseguenze devastanti: l’abolizione del Sud e la riduzione della sovranità statuale al vestito di Arlecchino. Purtroppo, anche Francesco Boccia sbanda poiché la bozza della sua legge quadro sul regionalismo differenziato va in questa direzione”.

Sono queste le parole con cui Massimo Villone, docente emerito di Diritto costituzionale della Federico II ed autore del libro-denuncia Italia, divisa e diseguale, chiude il Convegno “Regionalismo differenziato? O diritti differenziati?”, tenutosi nel pomeriggio di sabato 16 novembre presso la suggestiva location del Museo Civico e delle Ceramiche di Ariano Irpino (AV).

Oltre a Villone, in qualità di relatori sono intervenuti anche amministratori locali, giuristi, studiosi ed esponenti di comitati civici, che hanno evidenziato i limiti e le contraddizioni di una riforma sempre più contestata, e non solo al Sud.

Dopo l’introduzione ai lavori del pedagogista della Federico II Alessandro Ciasullo, che ha focalizzato l’attenzione sul “Sud sedotto ed abbandonato”, dinanzi ad una platea qualificata composta da docenti di scuola ed universitari, politici locali e nazionali, sono intervenuti il Sindaco di Ariano Irpino, Enrico Franza, che ha parlato di una riforma “discriminatrice dei diritti e dei doveri” e l’avvocato Daniela Gibaldi, che ha sfatato il duplice mito di un “Nord virtuoso” e delle bozze di Intesa come duplicato delle Regioni a Statuto speciale.

A seguire,  è intervenuto lo storico Francesco Festa, che, attraverso i riferimenti all’opera di Francesco Saverio Nitti ed Antonio Gramsci, si è soffermato sulla genesi della questione meridionale, denunciando le sperequazioni finanziarie e la subordinazione del Mezzogiorno come colonia agli interessi economici del Nord.

A loro volta, i coordinatori del Comitato meridionalista “G. Salvemini”, Antonio Bianco e Salvatore Lucchese, hanno posto l’accento sulle sperequazioni e le diseguaglianze già in atto da decenni non solo nel campo della Sanità, ma in generale dell’intera spesa pubblica allargata. Lo “scippo di Stato”, ha argomentato Lucchese, tra il 2014 ed il 2017 ha indebitamente sottratto ai cittadini del Mezzogiorno più di 240 miliardi di finanziamenti pubblici, alimentando sperequazioni e diseguaglianze tra i cittadini del Nord e quelli del Sud Italia.

Infine, Luigi Famiglietti, docente di Diritto degli Enti locali presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, dopo essersi soffermato sui passaggi storico-politici fondamentali che hanno condotto all’attuale ipotesi di autonomia differenziata, ha fatto valere l’esigenza di contrapporre un modello di federalismo cooperativo all’attuale modello di federalismo competitivo, del tutto sbagliato sia per i suoi contenuti antidemocratici, la riduzione del Parlamento al solo ruolo consultivo e ratificatorio, sia economici, l’acuirsi del dualismo Nord/Sud.

18/11/2019 – Salvatore Lucchese

 

 



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