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23 Gennaio, 2025

A Proposito del Re in Giallo



Carmine Pescatore è un giornalista attivo dal 1989. Nel 2010 ha realizzato un volume fotografico dedicato alla città di Portici e nel 2021 ha tradotto per la prima volta in italiano i “Racconti di Boxe” di Robert E. Howard

 

A Proposito del Re in Giallo

 

Un romanzo circolare, un gioco di scatole cinesi e corrispondenze incrociate che permettono di cominciare la lettura partendo da qualsiasi racconto. Ognuno di essi è autoconclusivo e al contempo si combina agli altri. Ogni finale è un nuovo inizio. Il protagonista potrebbe essere lo stesso in momenti differenti della sua vita, o altri presenti negli stessi luoghi in tempi diversi, dove gli accadimenti si sviluppano in direzioni ulteriori. Per questo non vi sono nomi di persone e di località identificabili. Il senso risiede nelle connessioni, un “unire i puntini” fra ciò che si è stati, si è, saremo, una ricerca attraverso ricordi, persone, oggetti e immagini che tornano per spingerci alla consapevolezza della parte immortale di ognuno. La città dove si svolgono le vicende è più di uno sfondo; ha rilevanza fondamentale e diviene non di rado sconosciuta, quasi illimitata durante esplorazioni in cui sonno e veglia si confondono. Un luogo fatto di case senza uscita o con troppe porte. L’ambientazione temporale costituisce un viaggio emotivo per chi ha vissuto la seconda metà del secolo scorso o sia incuriosito dal fascino dei luoghi che cambiano o scompaiono, dall’idea di avvicinare il lontano. Magari l’infanzia, dove tutto appare felicemente immobile in un presente esteso. Un passato che vuole salvare sé stesso perché ha in sé un messaggio decisivo.

 

 

 

 

 

  • Quando è come è nata l’idea del libro?

Premettendo che è difficile parlare di sé stessi e del proprio lavoro e nutro sospetti o forse invidia per chi ci riesce all’istante, “A proposito del Re in Giallo” è stata la meditata e lunga conclusione di una serie di annotazioni e spesso suggestioni oniriche, prese per aggiungerle a racconti che avevo scritto molti anni fa. Un idea recente su una base datata.  Volevo raccontare storie a incastro, separate da tempo e spazio ma perfettamente leggibili singolarmente”.

  • Chi o cosa rappresenta il Re Giallo?

“È una figura immaginaria che appare nell’omonimo romanzo del 1895 di Robert William Chambers, uno scrittore statunitense che narra di un libro imperscrutabile che porta alla follia e comanda gli eventi di chiunque lo legga. Nell’opera fa solo menzioni e brevissimi stralci di quella che sembra una pièce teatrale e ne cito una nell’ultimo mio racconto in cui ne immagino la rappresentazione. Per me il Re in Giallo è una apparizione, una entità che si mostra occasionalmente in abiti che sembrano di scena, che giudica eticamente e non in termini religiosi, cosa si è fatto della propria vita”.

3) Ci sono tratti autobiografici nei racconti?

“Credo sia inevitabile, però ho cercato di non cadere nella trappola dell’autobiografismo e del calligrafismo trasfigurando le esperienze per poterle rendere universali, o almeno comprensibili. Ho lavorato come editor per un paio di case editrici e ricordo con autentico sgomento, chi inviava in visione storie personali del tutto risibili per centinaia di pagine. Ho esaminato manoscritti che ne avevano oltre cinquecento. Mi sono seriamente chiesto se queste persone che non conoscevo, fossero anche socialmente pericolose!”.

4) Oggi, persino influencer e simili scrivono libri, quanto è difficile emergere?

Se si intende il termine “emergere” come sinonimo di fare soldi, è una missione quasi impossibile, teniamo presente che in Italia esistono 1800 case editrici che pubblicano, fra fiction e saggistica, oltre duecento libri al giorno. Verosimilmente, farsi apprezzare e recensire è già un magnifico obiettivo. Sapere che c’è chi stima o esamina il tuo lavoro è la strada giusta da percorrere. D’altronde chi scrive vuole comunicare, trasmettere, condividere. Parlo ovviamente di chi lo fa per passione. Un influencer con milioni di follower che pubblica un libro – ovvero se lo fa scrivere da un ghost writer – venderà molto e velocemente e farà altro marketing attraverso una esperienza inautentica che altrettanto velocemente verrà dimenticata. Ma è un fenomeno in cedimento. Noto dei segnali positivi nei lettori, molti stanno cominciando ad avere dei dubbi su personaggi costruiti dai media come su chi firma venti libri all’anno e sulla qualità di ciò che leggono”.

5) Ci sono altri racconti un arrivo?

“Per quanto la mia sia un’opera breve è stata per un’esperienza di scrittura densa, ho preferito togliere parole che inserirle. Ho smesso di rileggerla quando mi sono reso conto che anche una virgola avrebbe appesantito il testo. Mi sento persino mentalmente svuotato! Al momento non sto pensando a nulla in particolare. Credo ancora che le cose, appunto, “arrivino”, cioè siano già pronte da qualche parte di noi o persino che vengano dal nostro futuro e atterrino nel presente. Ora che mi ci fa pensare, devo dire – e ritorniamo ancora alle maschere – quanto mi attrae l’idea di scrivere un saggio sul Pulcinella meno conosciuto, una figura misteriosa, segreta, folle, persino mefistofelica. Forse perché ho visto quanto poco o nulla sia legato alla Tradizione più profonda quell’affare esposto a Piazza Municipio, ennesima presa in giro che, per una precisa volontà politica è fatta per ridicolizzare Napoli. Ma questa, come direbbe Dostoevskij, è “un’altra storia…”.



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