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12 Luglio, 2025

Cuccurese: “Se senza fondi coesione la Lombardia si ferma figuriamoci il Sud”

Mentre c’è chi, alimentando il mito effimero e parziale di un Sud locomotiva d’Italia, sembra, di fatto, esercitare non la professione del giornalista, bensì quella del grande prestigiatore-illusionista, c’è chi, invece, come oca del Campidoglio inascoltata, continua a lanciare l’allarme per il pericolo di un’ulteriore e definitiva recrudescenza della questione meridionale, a seguito delle politiche economiche, estere e di difesa condotte dal sedicente governo “sovranista” e “patriottico” presieduto dalla Meloni “nazionale”.

Tra coloro che, nell’orgia faziosa, settoriale e propagandista che attanaglia il Paese, continuano a lanciare allarmi si annovera il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese, che, da tempi non sospetti, si batte per l’unificazione sostanziale delle “due Italie”.

Nel commentare tramite social un articolo del “Sole24ore” sui danni che subirebbe la Lombardia senza i fondi di coesione e sviluppo, il dirigente meridionalista osserva: “Con la cancellazione dei Fondi di coesione europei, completamente assorbiti dalla spesa in armi, così come il Pnrr, si ferma addirittura la Lombardia. Lo scrive un giornale comunista? No, il giornale di Confindustria“, per poi sottolineare: Se senza Fondi Coesione si ferma la Lombardia figuriamoci il Mezzogiorno!“.

Capite ora perché – prosegue Cuccurese – quei politicanti del Sud che in Europa hanno votato a favore del Rearm Europe, o si sono astenuti, e peggio ancora quelli del Destracentro italiano che sostengono il governo Meloni, il più antimeridionale della storia, che ha accettato l’innalzamento delle spese militari al 5% del Pil a scapito di Sanità, Scuola, pensioni ect, tradiscono la loro terra ed i loro elettori o bisogna farvi un disegnino?!“.
Capite ora perché – incalza – la ‘sovranista’ Meloni accettando supinamente il diktat di Trump ha agito contro gli interessi nazionali?!“, per poi concludere: “Mi raccomando alla prima occasione votateli ancora e poi se non potete curarvi, non c’è lavoro o non ci sono servizi frignate a vuoto ed emigrate“.

Insomma, vista attraverso gli occhi intersezionali del(i) Sud territoriali, sociali, culturali, di genere e generazionali, il sistema-paese, o sedicente tale, chiamato Italia non ha bisogno di politiche di riarmo nazionale volte alla guerra contro presunti aggressori, ma necessita di politiche di pace e di sviluppo per garantire sull’intero territorio nazionale i diritti fondamentali al lavoro, alla salute, all’istruzione e alla mobilità. Altro che riarmo per la guerra portatrice di morte, peste, fame e carestia.   

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